La Legge 104 del 1992 è uno dei pilastri del Welfare State italiano, all’interno del suo dettato riveste particolare rilievo il cosiddetto assegno di accompagnamento. Ecco di cosa si tratta, come funziona, quanto vale e chi ne ha diritto.
Nel febbraio del 1992, al termine dell’ultima Legislatura della cosiddetta Prima Repubblica viene varata una legge i cui effetti, ancora oggi, a trenta anni di distanza, vengono considerati uno dei pilasti del sistema del welfare state italiano.
Parliamo della Legge 104/1992 la legge-quadro, intesa come legge di sistema, che regola l’assistenza, l’integrazione nella società ed i diritti delle persone disabili. La legge 104, tra le altre cose, regola un aspetto fondamentale della vita delle persone disabili.
Parliamo delle prestazioni economiche che lo Stato italiano mette a loro disposizione per vivere una vita serena e dignitosa. Particolare rilievo rivestono in questo senso le pensioni e gli assegni di invalidità ed inabilità. Ma c’è una prestazione meno conosciuta che per molte persone rappresenta un valore aggiunto fondamentale.
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Parliamo di una prestazione per la quale non è previsto alcun vincolo legato all’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, il famigerato ISEE. Un valore che per l’INPS è spesso causa bloccante per la concessione del servizio. La prestazione, nello specifico, è l’assegno di accompagnamento altresì conosciuta come indennità di accompagno.
L’assegno, dal valore che oscilla tra i 525,17 ed i 946,80 euro mensili, come detto non solo non ha vincoli legati all’ISEE, ma non ha nella sua erogazione vincoli anagrafici e nemmeno relativi di reddito familiare.
La prestazione viene concesso alle persone disabili che risultano non autosufficienti e che al contempo abbiano una percentuale di invalidità del 100%. In sostanza parliamo di tutte quelle persone che hanno una capacità lavorativa ed una autonomia pari a zero. Rientrano nella categoria i ciechi ed i mutilati.
Lo scopo del provvedimento è quello di avere una cifra fissa e mensile a disposizione da utilizzare per elevare il livello delle prestazioni di supporto alla persona. In sostanza sono fondi che hanno lo scopo di migliorare la vita quotidiana della persona disabile da utilizzare in favore della famiglia o degli assistenti che si occupano del soggetto non autosufficiente per coprire le spese relative alla mobilità ed all’assistenza stessa.