Bancomat, ogni volta che effettuiamo un pagamento dobbiamo controllare bene un aspetto molto importante per non cadere in errore
Pagare con la carta è sempre più diffuso. È innagabile che in Italia negli ultimi anni i pagamenti elettronici sono aumentati, per vari motivi.
Innazitutto bisogna dire che il nostro paese rispetto ad altri è ancora indietro. Da decenni all’estero sono sempre di più i cittadini che utilizzano il Pos anche quando il costo della spesa è basso.
Da noi sono ancora in corso delle vere e proprie campagne per incentivare a effettuare i pagamenti in modo tracciabile. I precedenti governi guidati da Conte avevano pensato allo strumento del Cashback e della Lotteria degli scontrini. Il primo è stato poi abolito, il secondo dovrebbe essere riformato, ma con la caduta del doverno ogni condizionale è d’obbligo.
Parliamo di strumenti che danno vantaggi fiscali per chi non utilizza i contanti. Abbattere l’evasione fiscale e un’altra conseguenza di essa, il riciclo di denaro: questi gli obiettivi dei pagamenti tracciabili.
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Dal 30 giugno scorso i commercianti e i professionisti hanno l’obbligo di accettare i pagamenti con il bancomat. Su questo punto c’è stata un po’ di confusione e non sono mancati utenti del web che hanno scritto di continuare a pagare in contanti. Il motivo? Non voler sottostare all’obbligo imposto dalle banche.
Ma l’obbligo ce l’hanno le attività che vendono beni e servizi se il cliente vuole pagare con la carta. È sempre consentito pagare in contanti (per legge fino a 1.999,99, oltre è necessaria la tracciabilità). Ovviamente in cambio deve sempre essere erogato lo scontrino. Quindi pagare con la carta è una possibilità, il consumatore è incentivato a farlo ma non obbligato.
Alcuni cittadini anche in Italia pagano con la carta da anni e sono più abituati, conoscono meglio il funzionamento e sanno cosa controllare. Chi solo negli ultimi tempi ha preso questa buona abitudite, non sa quali possono essere i rischi.
Quando si paga, così come con i contanti non sempre si controlla il resto ricevuto, così tanti non badano a controllare l’importo di pagamento. L’esecente può immettere un prezzo sbagliato anche per errore, non necessariamente per malafede, e quindi bisogna stare attenti. Se dopo che la transazione è avvenuta e sullo scontrino vediamo che la cifra pagata è diversa da quella che avremmo dovuto sborsare, bisogna segnalarlo subito.