Più soldi e meno tasse per i lavoratori, cosa cambierà nei prossimi mesi e quali saranno le modifiche nella busta paga
Novità importanti sul fronte del lavoro. Dopo il bonus di 200 euro per i dipendenti pubblici e privati che non superano il reddito annuo di 35mila euro, per i prossimi mesi i lavoratori avranno altri motivi per sorridere.
La Camera nelle scorse settimane ha approvato la delega per la revisione del sistema fiscale. Da quando la legge è entrata in vigore, il governo avrà a disposizione 18 mesi affinché entrino in vigore anche i decreti attuativi.
Ricordiamo innanzitutto cha la revisione del sistema fiscale prevede delle modifiche all’Irpef che da quest’anno non ha più cinque scaglioni ma quattro.
Nella prima fascia rientrano i redditi che arrivano a massimo 15mila euro all’anno e dovranno pagare il 23% di Irpef. Seconda fascia da 15mila fino a 28mila, con Irpef al 25%. Terzo scaglione da 28mila a 50mila con la percentuale che sale a 35 e infine la quarta e ultima fascia con Irpef al 43% per i redditi da 50mila euro in su.
Rispetto al 2021 è stato cancellato uno scaglione che avvicina il secondo al terzo. Potranno quindi trovare giovamento i lavoratori che sono in queste due fasce mentre nulla è cambiato per la più piccola, quella da 15mila euro.
Ma a dare un maggiore aiuto ai lavoratori con un aumento in busta paga sarà il taglio al cuneo fiscale. Se ne sta parlando da settimane, lunedì scorso i tre segretari nazionalo di Cgil, Cisl e Uil hanno incontrato il presidente Draghi a palazzo Chigi. Il taglio delle tasse sul lavoro potrebbe andare a beneficio dei dipendenti con l’inserimento della norma nel nuovo decreto aiuti e nella Legge di Bilancio 2023.
Più soldi e meno tasse per i lavoratori: cosa prevede il tagio al cuneo fiscale
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Il taglio del cuneo fiscale dovrebbe essere del 4% a partire da settembre 2022 fino a dicembre 2022 e riguarderebbe chi ha redditi inferiori ai 35mila euro. Ma in pratica, quanto sarebbe il guadagno? In busta paga si dovrebbe avere in più dai 50 ai 75 euro. E poi da gennaio? Per questo una norma sarà inserita nella Legge di Bilancio in modo da rendere l’aumento permanente per tutto l’anno.
Nel frattempo resta in piedi la discussione sul salario minimo. L’ha chiesto l’Europa e l’Italia è uno di questi Stati dove una norma in materia non c’è.