Pos rifiutato, dal 30 giugno se il cliente vuole pagare con la carta il venditore non può opporsi: ecco l’intervento della Guardia di Finanza
Piovono le prime sanzioni da quando è stata introdotta la legge sull’obbligatorietà di accettare i pagamenti elettronici. In realtà sembra che la nuova norma ancora non si decollata del tutto, ma gli sporadici episodi finora registrati possono essere da monito a commercianti e professionisti che non vogliono adeguarsi.
Ma facciamo un passo indietro di un paio di settimane. Dal 30 giugno scorso nessuno può rifiutarsi di ricevere i pagamenti con la carta, che siano servizi o prodotti. In pratica un professionista (il dentista, il commercialista) o un barista, se il cliente vuole pagare elettronicamente, non può obbligarlo a usare i contanti.
Il fine della legge è ovviamente sempre cercare di ridurre l’evasione fiscale. E se c’è il rifiuto? Scatta una multa di 30 euro più una sanzione pari al 4% dell’importo rifiutato. Ma attenzione perché sulla norma è nata un po’ di confusione. Non significa che bisogna pagare obbligatoriamente con la carta. Il contante non è stato abolito e si può sempre usare nei limiti della legge (massimo 1.999,99 euro), oltre bisogna pagare con la carta.
Pos obbligatorio, come si controlla? Il caso nel Vicentino
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L’obbligo scatta quando il cliente preferisce il pagamento elettronico. Se così vuole, deve pagare con la carta. Il rifiuto può essere apposto in un solo in un caso: se oggettivamente il dispositivo non funziona. Ma come si verifica? E se c’è il rifiuto, come bisogna procedere? Siccome risulterebbe impossibile per le forze dell’ordine controllare tutte le attività, la segnalazione la deve fare il cliente tramite una denuncia.
Ed è prioprio quello che è successo in una gelateria ad Arzignano, in provincia di Vicenza. Un uomo voleva pagare il conto di 20 euro con la carta e si è trovato davanti il rifiuto del commerciante. A quel punto ha chiamato la Guardia di Finanza che ha proceduto con la sanzione. Le Fiamme gialle hanno trasmesso il rapporto al Prefetto di Vicenza, competente per l’irrogazione della sanzione amministrativa, che è stata dunque aumentate del 4%. In pratica dovrà pagare in tutto 30,80 euro.