Coprifuoco per molte attività: l’ipotesi è nefasta ma purtroppo reale viste le ultime decisione della Russia sui flussi di gas
Un ritorno al passato. Coprifuoco fa subito venire in mente le vicende degli ultimi anni con le restrizioni anti-Covid. Poi i vaccini, le regole del distanziamento, le mascherini, ci hanno portato fuori dalla fase più acuta dell’emergenza.
Ma già in un’altra epoca non lontana da noi, nei primi anni Settanta, i locali e i cinema chiudevano prima per risparmiare corrente elettrica dopo la crisi petrolifera del 1973 causata dalla guerra israele-palestinese del Kippur. Erano gli anni della cosiddetta auterity
Ora per un motivo simile a cinquant’anni fa potrebbe tornare il coprifuoco. I flussi di gas verso l’Europa e il nostro paese si riducono sempre di più. La Russia nella giornata dell’11 luglio ha chiuso il gasdotto Nord Stream 1 che porta le forniture in Germania.
Motivo? Lavori di manutenzione, almeno ufficialmente, e per dieci giorni i rubinetti resteranno chiusi. Anche verso l’Italia i flussi di Gazprom sono più sottili, ha fatto sapere l’Eni.
L’Unione Europea ha paura che possa avverarsi lo scenario più nefasto, lo stop definitivo della fornitura con il vecchio continente che resterebbe al freddo e al gelo dopo l’estate. Il fatto non viene escluso dal ministro francese delle Finanze Bruno le Maire.
L’Italia si è messa al riparo in caso di immediato stop da parte di Mosca con flussi da Algeria e Azerbaijan. Nel medio periodo non ci sarebbero problema, ma successivamente potrebbero rivelarsi sugli stoccaggi visto che finora abbiamo accumulato circa il 65% di gas per il fabbisogno necessario nella stagione autunnale e invernale.
Nel caso dovesse esserci un piano di razionamento, uno degli effetti potrebbe essere il coprifuoco per i locali privati e i negozi. Si potrebbe stabilire una chiusura anticipati. Per i primi alle ore 23, per i secondi alle 19.
Con l’obiettivo di ottenere un ulteriore risparmio, si spegnerebbero le luci su strade extraurbane o comunque poco frequentate e dove è meno indispensabile in certe ore come quelle dei monumenti.
Per quanto riguarda l’austerity negli uffici, sono già in atto le norme dal 1 maggio scorso per i pubblici, fino al 30 aprile 2023. Per riscaldarsi c’è il limite di 19 gradi, d’estate invece non si può scendere al di sotto dei 27. Non è escluso che decisioni in tal senso possano essere prese anche per gli uffici privati, anche se poi nascerebbe il problema del controllo.