La nuova frontiera dello stalking passa attraverso la violazione dei più recenti gadget tecnologici come gli smartphone e gli AirTag. Il drammatico caso denunciato da un attrice
Vi è mai capitato di perdere il portafoglio? E le chiavi dell’auto? O magari perché no, addirittura il cellulare? Si è capitato a tutti. Alcune cose sono state ritrovate, altre sono certamente andate perse per sempre.
È una problematica destinata però a rimanere nel passato grazie ad una delle ultime trovate della società attualmente gestita dall’imprenditore Tim Cook. La Apple, infatti, negli ultimi anni ha sviluppato e perfezionato un gioiellino destinato a migliorare la vita dei distratti cronici. L’AirTag.
Questo gadget tecnologico si collega al proprio IPhone e ne manda la posizione in tempo reale. Potete agganciarne uno al portachiavi certo ma anche possibile infilarlo dentro la borsa. Insomma, il repentino avanzamento tecnologico ci sta velocemente facendo capire, fino a che punto, il mondo è capace di arrivare.
Idee geniali, nate con lo scopo di facilitare la vita di tutti i giorni. Ma come per ogni grande invenzione, con gli evidenti benefici, bussano alla porta anche numerose problematiche. Nel caso degli AirTag la problematica principale è stata recentemente portata alla luce da un’attrice americana, Hannah Rose Cox, nata May.
Stalking tramite AirTag, il caso di Hannah Rose Cox
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La donna, la sera del 25 giugno, aveva passato del tempo nel parco americano Disneyland per una festa. A fine evento, l’applicazione “Dov’è” del suo IPhone suona. Facendole sapere che nelle sue vicinanze era presente un apparecchio AirTag. L’apparecchio, ha lei scoperto poco dopo, si trovava all’interno della sua borsa e nelle due ore precedenti aveva monitorato costantemente la sua posizione.
Ha comunicato la spiacevole esperienza sul noto social network Twitter. Chiarendo di essere felice dell’avanzamento tecnologico, ringraziando anche la casa creatrice degli AirTag, la Apple, per l’efficacia dei loro sistemi di segnalazione.
Sullo stesso social si dichiara però anche preoccupata per il modo in cui, gente con cattive intenzioni, possa decidere di utilizzare l’avanzamento tecnologico che il nuovo secolo ha portato.
Lo scorso anno, la società della mela morsa, ci aveva visto lungo, il progetto AirTag e rendendolo meno incline a cedere mezzo di malintenzionati. l’App “Dov’è” associata all’affarino ha infatti oggi un “Safety Alert”, con lo scopo di contrastare lo stalking. Questo è quindi oggi progettato per squillare automaticamente quando non si trova nelle vicinanze del dispositivo associato per più di 24 ore.