Un clamoroso errore nelle anagrafiche dell’Istituto Nazionale Previdenza Sociale, l’INPS nega la pensione ad un cittadino del Nord Italia. Ecco cosa è successo
Un clamoroso errore nei registri dell’Istituto Nazionale Previdenza Sociale, l’Inps sono costati ad un uomo mesi di pensione. I fatti. Pietro, 81 anni di Varese risulta morto il 31 dicembre 2021. Ma c’è un problema, l’uomo non è morto.
Pietro ha superato da poco gli 80 anni, è vedovo, e come detto risiede a Varese, e per colpa di questa “piccola svista”, non percepisce più da mesi la pensione che gli spetta di diritto.
Svista che, oltre alla spiacevole esperienza, sta costando all’uomo anche centinaia di euro. Non si capisce di chi sia l’effettiva colpa, e nessuno vuol farsi carico dell’errore.
La banca dal canto suo afferma di aver avviato ogni meccanismo di recupero crediti solo in conseguenza alla notifica di morte arrivata, portante il nome di uno dei loro clienti. L’INPS di contro afferma di non aver fatto partire alcuna notizia della morte del signor Pietro.
Morale della favola un uomo, chiaramente vivo, vaga da mesi accompagnato dalla figlia, tra uno sportello bancario ed un altro. Senza poi dimenticarsi delle sedi INPS. Da Varese, comune in cui risiede attualmente, a Milano, comune in cui risiedeva con la moglie, deceduta, alla disperata ricerca di qualcuno che possa risolvere il problema, e fargli avere i soldi che gli spettano.
Anziano senza Pensione INPS per un clamoroso errore
LE NOTIZIE IMPORTANTI DA NON PERDERE OGGI:
- Vincita al SuperEnalotto: parte il bonifico, ma quanto ci mette
- Silvio Berlusconi vende la villa di Francesca Pascale: la Maxi cifra in ballo
- Pensioni, aumenti in vista: conto più ricco, ma bisogna aspettare
Il problema però non si ferma qui. Nei registri dell’INPS, infatti, anche la data di decesso della moglie del signor Pieto risulta errata. La donna, infatti, unico membro della famiglia del signor di Varese è mancato il 31 dicembre 2021.
La data, come avrete capito, è stata per qualche strana distrazione, assegnata al marito, anziché alla donma. E la sua data è invece stata, per l’ennesimo errore, riportata a 12 mesi prima. Pertanto la donna morta da circa sei mesi, nei registri INPS, risulta morta a fine gennaio 2021.
Quali sono le conseguenze di questo ennesimo errore burocratico? Cosa hanno fatto la Nanca del signor Pietro e l’INPS, rendendosi conto di aver, secondo i loro registri, erogato per un intero anno, una rata pensione ad una persona risultante deceduta? Hanno sottratto i 12 mesi di pensione, regolarmente percepita, dal conto di una donna morta solo a fine del 2021. Soldi che a parer loro, risultavano frutto di un’appropriazione indebita.
Riuscirà il signor Pietro a tornare in possesso dei soldi sottratti dalla burocrazia? Ai posteri l’ardua sentenza.