Il Canone Rai è un’imposta sulla detenzione di almeno un apparecchio televisivo per nucleo familiare. Un importante stato europeo l’ha eliminato dai doveri dei contribuenti
Uno dei contributi statali da pagare e che fa storcere spesso il naso ai contribuenti è da sempre il Canone Rai. Esso è semplicemente un’imposta a prezzo unico sulla detenzione di almeno un apparecchio televisivo per nucleo familiare.
Ma se non si guarda la tv, perché di dovrebbe pagare? Facciamo un po’ di chiarezza. Questa imposta ha una lunga storia alle spalle, si basa sul Regio Decreto n. 246 del 21 febbraio 1938. All’epoca esisteva una sola rete, quella di Stato, che elargiva un servizio dietro il pagamento di un “abbonamento tv”. Oggi le cose sono piuttosto diverse: abbiamo a disposizione una marea di canali privati che forniscono una vasta gamma di programmi d’intrattenimento, cultura e informazione ma, al tempo stesso, non partecipano ai proventi statali forniti dal pagamento del canone. Anzi, molti di essi sono legati alla ricezione di pay-tv o internet (ad esempio YouTube, Netflix, Prime Video, Disney+, ecc.). Tuttavia, il legislatore del 1938 fu lungimirante perché legò il pagamento del canone non all’effettivo uso delle reti statali ma al possesso di uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle radioaudizioni.
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Con la legge di stabilità del 2016 introdotta dal governo Renzi, al fine di evitare tentativi di evasione fiscale, il pagamento del Canone è stato inglobato nella bolletta dell’energia elettrica per un importo pari a 90 euro, addebitato per 10 mensilità da 9 euro ciascuna. L’importo precedente era di 113 euro.
Presto non sarà più così. La Commisione Europea non ha ritenuto opportuno che sia un gestore dell’energia elettrica a farsi carico di riscuotere per conto dello Stato delle tasse che non sono collegate alla sua attività principale. Per questo motivo, gli italiani torneranno ai vecchi sistemi di pagamento.
Tuttavia, uno Stato confinante ha recentemente annunciato una novità in merito. Si tratta della Francia. La neo premier Elisabeth Borne ha annunciato la definitiva eliminazione di quest’imposta a carico dei suoi cittadini.
Il provvedimento partità già da quest’estate e i contribuenti francesi risparmieranno 138 Euro, cifra importante in un questo periodo di grande ristrettezza economica dovuta alla pandemia e al conflitto tra Russia e Ucraina.
É un passo importante per il paese d’oltralpe che era al terzo posto per la quota più alta da pagare in merito, preceduta solo dal Regno Unito con 173,7 Euro e Germania (210 Euro). Il pagamento del canone rappresentava addirittura lo 0,45% del PIL pro capite.
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