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Attualità

Obbligo Pos, una categoria chiede l’esenzione: il motivo

Pubblicato da
Marco Sparta

A partire da oggi commercianti, artigiani e studi commerciali sono obbligati ad installare il POS: una categoria, però, chiede a gran voce l’esenzione.

(Yingyaipumi – Adobe Stock)

Oggi, giovedì 30 giugno, scatta l’obbligo per commercianti, artigiani e studi commerciali di possedere il POS. Lo strumento a mezzo del quale gli utenti possono pagare con carte di credito/debito o prepagate. Una decisione assunta dal Governo che ha accorciato i tempi rispetto all’iniziale previsione che vedeva tale adempimento da compiersi entro il 1 gennaio 2023. Una categoria, però, ossia quella dei tabaccai, ha chiesto l’esenzione: di seguito i motivi.

Obbligo Pos, i tabaccai vogliono l’esenzione dall’obbligo

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Coloro i quali non installeranno il Pos nelle proprie attività o studi, andranno incontro a multe non indifferenti. Si parla del 4% sulla singola transazione e di 30€ fissi. L’obbligo è stato ben accolto dalle associazioni di categoria che tutelano gli interessi dei consumatori, ma non da quelli che si trovano a difendere le ragioni delle Imprese. E tra queste l’associazione dei tabaccai che adesso, a gran voce, chiede un esonero.

La lotta all’evasione fiscale, tramite l’obbligo di accettazione di pagamenti con carta e bancomat, è un controsenso – riporta Ansa- nel caso delle tabaccherie che sono, infatti, concessionarie dello Stato“. Queste le ragioni a sostegno della richiesta, espresse da Assotabaccai la quale ha aggiunto che nel caso dei loro associati la tracciabilità è presente alla fonte.

Nonostante la logicità del rilievo, tuttavia, il Governo sul punto non sembra voler fare neppure un piccolo passo indietro. Così tanto convinto l’Esecutivo che addirittura avrebbe promosso un credito d’imposta del 100% sui maggiori costi, a fronte dell’utilizzo di metodi tracciabili anche per transazioni da pochi centesimi.

Non ci sta all’obbligo neanche Confesercenti che spiega come, per le Imprese, il costo della moneta elettronica sia carissimo. Si pensi solo alle commissioni e all’acquisto/comodato del dispositivo. A fare da eco Confcommercio che propone un’altra chiave di lettura: “Non si può pensare – riporta Ansa- di incentivare i pagamenti elettronici attraverso il meccanismo delle sanzioni, quello che serve per raggiungere questo obiettivo è una riduzione delle commissioni e dei costi a carico di consumatori ed imprese”.

Marco Sparta

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Marco Sparta