Cashback spese sanitarie, il nuovo modo che ci fa ottenere subito i soldi risparmiando anche molto tempo: quando entra in vigore
Quando andiamo in farmacia facciamo il cosiddetto scontrino parlante, ossia con il codice fiscale. Serve per detrarre le spese alla presentazione del modello 730 per la Dichiarazione dei redditi.
Ma con la grande novità all’orizzonte sarà inutile specificare che tipo di ricevuta fare e soprattutto non avremo più l’impegno di conservare tutti gli scontrini.
Con cashback sanitario tutto è semplificato. Potremo ottenere rimborsi per le spese sanitarie molto più rapidamente. L’idea è stata portata avanti da una parte che compone la maggioranza di governo, il Movimento 5 Stelle, e ha cominciato l’iter legislativo. Potrebbe diventare realtà a partire dal 2023 con le spese effettuate l’anno prossimo.
Il nuovo sistema consentirà di ottenere i rimborsi per le spese sanitarie direttamente sul proprio conto corrente e dunque non più come detrazione fiscale.
Cashback spese sanitarie, come funziona
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Il meccanismo di funzionamento dovrebbe essere simile a quello del Cashback di stato in vigore dal 2020 al 2021 (ma potrebbe ritornare diversamente), e dunque ottenere il rimborso del 10% della spesa effettuata con pagamenti elettronici. Ma la funzione non scatta in automatico perché il cliente dovrebbe comunicare di aderire al sistema del rimborso tramite un codice identificativo.
Via dunque scartoffie e domande. Il tutto avverrà in modo rapito. Con l’abbinamento del codice fiscale, il rimborso sarà versato sul conto corrente associato in pochissimo tempo.
Ma questa non sarà l’unico modo per ottenere benefici. Chi non vuole i rimborsi sul proprio conto (non sarà comunque necessario fornire i dati), potreà continuare a detrarre dal 730.
Dopo il via libera del governo l’iter deve proseguire per la via parlamentare. Sono previsti due emendamenti alla legge delega di riforma fiscale. Nel frattempo c’è anche un aspetto tecnico sul quale porre attenzione. La Commissione bicamerale di vigilanza sull’Anagrafe Tributaria deve portare avanti un’indagine conoscitiva sulla digitalizzazione e la possibilità che le banche dati fiscali possano operare le une con le altre come, appunto, l’associazione automatica del condice fiscale al numero di conto corrente.