Stop all’utilizzo dell’acqua: diventa un’impellente necessità per alcune Regioni italiane
Lo stop all’utilizzo dell’acqua è inderogabile vista la situazione in cui versa il nostro paese. I molti mesi di siccità hanno prodotto una vera e propria crisi idrica e in molte regioni si corre ai ripari. La situazione è di preoccupante e grave penuria di acqua a causa del perdurare dell’assenza di precipitazioni significative fin dall’autunno del 2021. A questo si aggiunge l’arrivo della stagione estiva caratterizzata per sua natura da temperature elevate. Per la terza volta l’arrivo dell’anticiclone africano ha aggravato una situazione già drammatica.
Le Regioni e la Protezione civile si sono confrontati sull’analisi del periodo che stiamo vivendo e su come doverlo affrontare. Mai si era arrivati a questi livelli di criticità con i fiumi in crescente debito di acqua e le riserve idriche agli sgoccioli. Sembra inevitabile arrivare alla dichiarazione di stato di emergenza e provare ad intervenire sbloccando fondi governativi che possano tamponare le urgenze territoriali.
LE NOTIZIE IMPORTANTI DA NON PERDERE OGGI:
La crisi idrica ha messo in ginocchio il nostro Bel Paese come non era mai accaduto. Governo, Protezione civile e Regioni in allarme lavorano per affrontare la situazione di drammatica urgenza idrica. La proclamazione dello stato di emergenza garantirebbe la possibilità di sbloccare risorse economiche a sostegno delle realtà locali in grave difficoltà.
Per fare questo è indispensabile eseguire un lavoro a monte che stabilisca i parametri entro i quali si rientri nello stato di emergenza. Lo stato dell’arte vede già quattro regioni fortemente debilitate dalla crisi idrica. Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Umbria sono le prime nella lista. Utile e auspicabile una task force che coordini e collabori con tutti i protagonisti, loro malgrado, dell’emergenza acqua.
Nel frattempo più di un Comune è passato dalla teoria ai fatti ed ha imposto il razionamento dell’acqua. In maniera trasversale, da Nord a Sud, la penisola italiana cerca di limitare l’uso dell’acqua. Ordinanze e divieti stanno cercando di arginare i danni inevitabili che migliaia di piccole e medie imprese agricole stanno subendo. Alcuni esempi riguardano il divieto di irrigazione e annaffiatura di giardini e prati, di lavaggio di cortili e piazzali, di autoveicoli, di riempimento delle piscine private, di fontane ornamentali e vasche da giardino riguardano. Le limitazioni riguardano gli usi dell’acqua per finalità diverse da quelle potabili e produttive ritenute non essenziali.