Dalla pandemia da coronavirus covid-19 alla siccità, passando per la crisi economica e gli effetti della Guerra tra Russia ed Ucraina. Per gli italiani è emergenza continua
Quello che i cittadini italiani, o meglio quelli che vivono in Italia a prescindere dalla cittadinanza, dal gennaio del 2020 ad oggi è davvero incredibile. Una emergenza continua.
Siamo partiti, ventinove mesi fa, con l’esordio della pandemia da coronavirus covid-19. Una pandemia che, a giugno 2022, ha una drammatica statistica di 18.184.917 contagi e, purtroppo ben 168.58 decessi.
Nell’estate del 2020, alla fine del lockdown, è esplosa la crisi economica. Una crisi che ha lasciato sul tappeto l’11% del valore assoluto del Prodotto Interno Lordo, in acronimo PIL recuperato solo per il 7,3% con la ripresa del 6% del 2021 e dell’1,3 (2,6 su scala annua) dei primi sei mesi del 2022.
E proprio mentre la crescita sembrava tornare su buoni livelli è arrivato lo scoppio della Guerra tra Russia ed Ucraina con la quale, oltre al dramma di vite umane perdute, si sono manifestati effetti collaterali. Su tutti la minore disponibilità e l’aumento dei costi delle materie prime ed il ritorno efferato dell’inflazione.
A chiudere il “cerchio” l’avvento della crisi idrica e della siccità. Un fenomeno ampiamente previsto dagli esperti, Sistema Nazionale per la Protezione Ambientale, SNPA, in testa, ma che, come spesso accade, ha fatto trovare impreparato chi doveve approntare soluzioni.
Siccità, ecco cosa è vietato
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I dati sono chiari. L’Italia nel 2021-2022 di fatto non ha avuto l’inverno. Tutto questo ha fatto saltare il meccanismo naturale della riserva di scorte idriche. Fattore al quale si è aggiunto, con l’aumento delle temperature, lo scioglimento anticipato dei ghiacciai.
Morale della favola centinaia di comuni sono in crisi idrica. Alcuni hanno avviato il razionamento dell’acqua, la Regione Lazio ha dichiarato lo stato di crisi idrica e ben presto sarà seguito a ruota da Piemonte, Emilia Romagna e Veneto.
Ma cosa comporta il razionamento? In primo luogo è vietato fare giochi d’acqua (piscinette per i bambini comprese), irrigare l’orto ed innaffiare il giardino, pulire i cortili con le pompe e lavare le automobili. Ma questo è solo l’inizio. Con il perdurare della siccità si passerà ben presto al razionamento notturno ed in ultimo il razionamento generale.
La violazione di tutti questi divieti porta ad una sanzione, amministrativa, che va dai 25 ai 500 euro ma non è da escludere, con all’aggravarsi della situazione, di un inasprimento. L’acqua è un bene vitale, bere, lavarsi e pulire gli scarichi sono prioritari rispetto al resto. Dobbiamo prenderne consapevolezza.