Con l’arrivo dell’estate si ripropone, come ogni anno, il problema della siccità: possibile un prossimo razionamento dell’acqua nelle ore notturne.
Il caldo stinge nella sua morse l’Italia e di pioggia neanche l’ombra. Una circostanza che come ogni anno, anche adesso, si ripropone inesorabile. I grandi fiumi, come il Po ad esempio, sono in secca e questo significa un drastico calo delle risorse idriche. Per tale ragione, a breve, è possibile che si inizi ad optare per un razionamento dell’acqua nelle ore notturne. A lavoro Palazzo Chigi.
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Di certo l’irrigazione non può fermarsi, ma sta di fatto che la grande siccità che sta colpendo in modo particolare il Nord preoccupa e non poco. Per tale motivo, riporta Qui Finanza, alcune regioni hanno iniziato a razionare l’erogazione d’acqua diminuendo dalle fonti il prelievo almeno del 20%.
Manca poco e lo stato d’emergenza sarà conclamato. Questo quanto dichiarato dall’Autorità di bacino del Po. Il fiume sarebbe giunto a livelli da minimi storici. Attualmente per cercare di tamponare si sarebbe attuato un piano: non sospendere l’irrigazione dei campi ma diminuire i prelievi. Una soluzione non scevra da problematiche che si accavallano l’una all’altra.
Purtroppo il cuneo salino aumenta e verso la foce del Po il mare si insinua sempre più in risalita rendendo l’acqua non utilizzabile a causa del sale. Non solo, ad essere a rischio l’intero ecosistema considerato che si sarebbe spinto a ben 21 km dalla foce; un’avanzata destinata a proseguire. Per irrigare, quindi, sono impiegate le risorse lacustri.
Il Governo si muove, quindi, per far fronte all’annoso problema. Il ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli, ha assicurato che l’Esecutivo risolverà la questione. Ad essere investita anche la Conferenza delle Regioni la quale proporrà diverse soluzioni. La prima una declaratoria di stato d’emergenza. La seconda, una richiesta di destinare fondi del Pnrr per la creazione di nuovi invasi.
Sta di fatto che una delle strade maggiormente percorribili sarà il razionamento notturno dell’acqua per limitare gli sprechi e far sì che venga utilizzata solo per fabbisogni necessari. Una scelta già assunta in via autonoma da numerosi comuni.