Il governo Draghi ha un piano per tagliare le tasse per 50 miliardi. Vediamo di cosa si tratta
Il governo Draghi sta mettendo a punto un piano per sfruttare al meglio il patrimonio immobiliare dello Stato italiano. Nell’ambito del reperimento di risorse al fine di arrivare all‘obbiettivo dichiarato di ridurre le tasse ogni iniziativa è ben accetta. E questa arriva direttamente dalla Fabi, la Federazione Autonoma Bancari italiani. La proposta prevede la costituzione di fondi immobiliari specifici attraverso le banche in modo da mettere a frutto il patrimonio immobiliare statale. Beni immobili pubblici del valore importante di 300 miliardi di euro.
L’iniziativa è partita dall’amministratore delegato di banca Intesa Carlo Messina. Alla base incentivare gli investitori interessati a riqualificare il patrimonio pubblico statale per poi alienarlo. La riqualificazione potrebbe rilevarsi onerosa a causa delle condizioni di vetustà e abbandono in cui versano molte delle proprietà immobiliari dello Stato italiano.
Il governo Draghi pensa di tagliare le tasse vendendo gli immobili pubblici
LE NOTIZIE IMPORTANTI DA NON PERDERE OGGI:
- Rischio reclusione e risarcimento danni se ristrutturi e non presenti questi documenti
- Modello 730, cosa si rischia con due CU: va fatta molta attenzione
- Legge 104: il congedo è possibile praticamente sempre, quello che non tutti sanno sull’invalidità
Lo Stato dunque recepisce l’iniziativa della Fabi e si muove nella direzione proposta. Alienare parte del patrimonio immobiliare statale potrebbe permettere al governo di intervenire in più settori. Se la cifra recuperabile di cui si parla si aggirasse sui 50 miliardi di euro le possibilità di intervento sono plurime. Dal taglio delle tasse a quello del debito pubblico.
Gli italiani entrano in gioco con i loro risparmi. Si calcola che ci siano 1640 miliardi di euro depositati sui conti correnti. La costituzione dei fondi real estate potrebbe attirare parte di questi risparmi ed andare a valorizzare gli immobili pubblici statali. In questo modo si avrebbe il doppio beneficio di far fruttare i risparmi attualmente fermi e riqualificare il patrimonio statale.
La seconda fase dell’alienazione degli immobili così riqualificati garantirebbe alle casse erariali un ampio margine di risorse da mettere in campo. Così da aumentare il potere di acquisto dei lavoratori rinnovando i contratti scaduti, tagliare il cuneo fiscale, ridurre le tasse. In questo modo il rilancio dell’economia avrebbe un forte slancio dall’aumento dei consumi attualmente in standby.