Le ferie sono previste dalla legge e devono essere concesse entro un terminato tempo: cosa succede se c’è la norma viene violata
Spesso leggiamo di giovani che “fuggono” dai posti di lavoro. Preferiscono avviare un’attività propria e lasciano un contratto da dipendente. È vero anche che nel nostro paese, purtroppo, non sempre si rispetta quanto previsto dal contratto, ammesso che ci sia. Non sono rari infatti i casi di lavoro senza accordi e quindi zero tutele.
Chi ha però la fortuna di avere un Contratto Nazionale Collettivo del Lavoro, deve godere di alcuni giorni di ferie all’anno. Generalmente si tratta di quattro settimane all’anno ed è un obbligo per i datori di lavoro concederle. Le ferie che un lavoratore ha maturato, infatti, non possono essere cedute ad esempio con i soldi. In pratica non si può obbligare il dipendente a non prendere i giorni di ferie in cambio di una retribuzione maggiore.
Proprio per il benessere psico-fisico, il lavoratore deve staccare per un po’. Del resto ciò va anche a beneficio della stessa azienda. Un lavoratore più rilassato e riposato, è anche maggiormente produttivo.
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È possibile anche che ci siano delle ferie non godute perché esiste infatti una scadenza. Delle quattro settimane previste, due possono essere ottenute ininterrottamente, quindi di seguito. Le restanti due si possono fruire in maniera frazionata ma entro 18 mesi dalla fine dell’anno di maturazione.
Ciò significa che per alcuni datori è tempo di concedere le ferie non ancora godute del 2020 entro il 30 giugno 2022. Se il datore non dovesse farlo, il lavoratore potrebbe richiedere il risarcimento dei danni. È infatti come impedirgli di recuperare le forze psico-fisiche.
Come può essere sanzionato il datore? La violazione può portare al pagamento fino a 5mila euro. In particolare, si va dai 120 ai 170 euro per le violazioni relative ad un anno per un massimo di cinque lavoratori dipendenti.
Se i lavoratori sono più di cinque e la violazione viene accertata per due anni, dovrà pagare dai 480 e 1.800 euro. Se invece viene accertata per un periodo superiore ai quattro anni per dieci e più dipendenti, la multa è ancora più salata e si va da un minimo di 960 a un massimo 5.400 euro.