Bonus benzina 200 euro: la legge chiarisce chi può ottenere il beneficio, come deve fare e quali sono le scadenze
Nel lungo elenco degli bonus che il governo da un anno circa sta erogando, c’è anche quello che riguarda la benzina. Tutte queste agevolazioni sono state pensate per dare la spinta decisiva affinché interi settori colpiti dalla crisi Covid, riescano ad uscirne del tutto.
A febbraio c’è stata la guerra in Ucraina con l’attacco della Russia che ha complicato le cose, facendo balzare alle stelle i prezzi energetici e dunque le produzioni. In realtà già prima dell’invasione nell’Ucraina dell’Est, gas e petrolio stavano costando di più e a dicembre 2021 i costi ai distributori di benzina erano lievitati.
Dopo il bonus 200 euro previsto nel Decreto aiuti, l’esecutivo ha ideato anche quello che riguarda proprio il carburante previsto anche i dipendenti degli studi professionali. Inizialmente, infatti, la misura era riservata solo ai dipendenti delle aziende private. Ora nella versione definitiva della norma, all’articolo 2 del decreto legge 21/2022, convertito dalla legge 51/2022) c’è l’estensione estensione a tutti i “datori di lavoro privati”.
Bonus benzina, cosa deve fare il datore di lavoro
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La legge prevede che per l’anno in corso i datori di lavoro possono cedere ai propri dipendenti buoni benzina o titoli analoghi per un massimo di 200 euro per ogni lavoratore.
Non c’è nessuno obbligo da parte del datore che può decidere liberamente di non erogare nulla. A propria discrezione, se stabilisce di farlo, sono anche le modalità, un’unica soluzione o in più tranche.
Da un punto di vista strettamente pratico, il datore che decide di concederli, deve acquistarli presso una compagnia petrolifera per poi consegnarli ai beneficiari. Siccome la misura ha valore solo per l’anno in corso, la consegna deve avvenire entro il 31 dicembre 2022.
Come funziona per gli studi professionali
Vediamo in particolare per i dipendenti degli studi professionali come ricevere il bonus. Il valore, come detto, a piena discrezione del professionista-datore di lavoro, quindi può anche essere inferiore ai 200 euro.
Può essere corrisposto solo con il ticket e non sotto altre forme. È escluso chi non è dipendente, quindi i tirocinanti, i soci e i collaboratori.
Il vantaggio è doppio sia per il datore che per il lavoratore. Per quest’ultimo, oltre alla fatto materiale di poter fare benzina senza pagare, il buono non concorre alla formazione del reddito imponibile perché non intacca la quota di 258,23 euro, ossia la soglia massima annuale che prevede la non imponibilità dei benefit.
Per il datore, oltre ad essere una buona forma di welfare del proprio studio che dà anche lustro, viene erogato sotto forma di fringe benefit, quindi un beneficio secondario che le aziende danno su base volontaria. Ciò significa che c’è il recupero in parte dei costi perché su quella cifra l’azienda non verserà l’Irpef né i contributi previdenziali.