La crisi coinvolge anche il reperimento delle materie prime e la Cina è in difficoltà: vediamo le ripercussioni in Italia
Crisi pandemica, crisi energetica, crisi in Ucraina, ed ora crisi delle materie prime. Il periodo storico in cui stiamo vivendo vede la probabile fine del mercato globale a causa della pandemia. L‘emergenza sanitaria ha di fatto bloccato il circuito basato sulla supply chain globale. Non riesce a ripartire e a ricollocare le materie prime come prima della pandemia. La ripartenza è più lenta del previsto e la mancanza di materie prime coinvolge soprattutto la Cina leader mondiale.
La catena di approvvigionamento di materie prime e semilavorati che partiva dalla Cina per fornire tutto il mondo non riesce a tornare a regime e le difficoltà colpiscono tutti gli altri paesi collegati. La crisi coinvolge soprattutto i porti del gigante asiatico in primis Shangai, dilatando i tempi di consegna delle merci. E la fine della pandemia non ha di fatto portato alla ripresa totale. Il ritorno alla normalità sembra ancora lontano e la situazione economica colpita dall’aumento dell’inflazione aggrava lo scenario.
Le difficoltà della Cina e le ripercussioni globali: vediamo nel dettaglio
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Dalla Cina è arrivata la pandemia globale ed ora rischiamo di avere lo stesso effetto domino a causa della crisi delle materie prime. Il rallentamento dei ritmi di approvvigionamento della Cina si può ripercuotere su tutta l’economia globale. Tutto il mondo è collegato, come ci ha dimostrato la pandemia, e l’inflazione abbinata alla recessione complica la vita economica cinese. La produzione del colosso asiatico è in seria difficoltà rispetto ai ritmi che sosteneva nel passato pre-pandemico rendendo sempre più difficoltose le consegne ad essa collegate.
Gli effetti del Covid sulla globalizzazione si sono fatti sentire e i riflessi permangono ancora. Il blocco totale di persone e merci ha disconnesso l’economia cinese dal resto del mondo e l’economia globale si è interrotta. E le continue restrizioni imposte dal governo cinese paralizzano Shangai e il suo porto internazionale da cui parte tutto. E i mercati temono nuove interruzioni delle supply chain che metterebbero in ginocchio le industrie in mancanza di componenti essenziali. Dall’automobile all’elettronica fino alla farmaceutica il rischio di fermare le produzioni è alto e la preoccupazione sale in attesa della tanto auspicata normalità.