Il prezzo del gas è tornato a salire vertiginosamente, si parla di oltre 130€ a megawattora: ma perché ciò è accaduto e quali saranno le conseguenze?
Purtroppo continua a salire il prezzo del gas che si attesta oltre i 130€ megawattora. Altissima, quindi, la tensione accompagnata dalle non buone notizie che giungono da Gazprom. La nota azienda russa ha, infatti, informato che ci sarà una diminuzione dei flussi con conseguente restringimento delle forniture. Purtroppo il conflitto con l’Ucraina ha ingenerato una serie di reazioni a catena che adesso si stanno riverberando su tutto il Vecchio Continente, Italia in primis.
Gas, prezzi alle stelle: cosa sta succedendo e perché continua a salire la tensione
LE NOTIZIE IMPORTANTI DA NON PERDERE OGGI:
- Mutui, brutte notizie per i giovani che cercano casa
- Penny Market cambia tutto, festa in città e una grande novità
- Ferrovie dello Stato down Trenitalia: gli utenti nel panico poi il chiarimento
Ancora paura per un possibile allentamento sulle forniture di gas. Questo quanto sta accadendo nelle ultime ore, con il Nord Stream che ha ridotto le erogazioni di oltre la metà del consueto: si parla del 60%.
Ma a far schizzare i prezzi della materia prima è stata una dichiarazione di Gazprom, fornitore russo, il quale ha comunicato che a breve l’erogazione sarà drasticamente ridotta in Italia, Germania, Francia e Austria.
Il colosso dell’energia ha affermato – riporta la redazione di Money.it– che a causa di alcuni problemi alle turbine del condotto Nord Stream nel Mar Baltico si sarebbe resa necessaria una diminuzione nelle forniture. Eni ha, quindi, risposto che in data odierna riceverà solo la metà del gas normalmente in entrata. Se tali condizioni dovessero trascinarsi per altro tempo è possibile che le scorte dei depositi estivi potrebbero non riprendersi proprio adesso che, invece, iniziava a vedersi qualche spiraglio.
I modelli statistici parlano chiaro. Secondo i dati del Bruegel rilevati ieri – giovedì 16 giugno– le forniture tramite Nord Stream a livello giornaliero sono drasticamente cadute nel corso del mese. Una circostanza che a lungo andare metterà a dura prova i mercati europei i quali dovranno far fronte ad una grande sfida.
La BNEF ha dovuto ridimensionare le sue stime di base sul gas in stoccaggio nei depositi di circa 10 miliardi di metri cubi rispetto a quelle che erano state le sue previsione nel mese di maggio e ciò tenendo conto dell’approvvigionamento che arriverà dalla Russia. Se quest’ultimo dovesse azzerarsi lo scenario che si prospetta è apocalittico. L’Europa, infatti, non avrebbe abbastanza gas per superare l’inverno.