Il bonifico extra Sepa riguarda un’area economico-geografica bene precisa: come funziona e cos’è nello specifico
Oggi è difficile trovare qualche cittadino che non abbia un conto corrente. Sulla carta si riceve lo stipendio e chi non lavora, ad esempio, il versamento della Naspi (la disoccupazione) o l’Assegno unico per i figli.
Si fanno anche acquisti online. Insomma, ogni giorno da un conto a un altro passano miliardi. Anche chi non ha un conto ha necessità di fare un bonifico. In questo caso bisogna seguire una procedura ben precisa (clicca qui per scoprire come).
Alla parola bonifico spesso leggiamo associata Sepa. Ma di cosa si tratta? È un’area dove il trasferimento di denaro avviene tra residenti di diversi paesi, esclusivamente in euro, quando il pagatore e il beneficiario si trovano in uno o più dei 33 paesi che fanno parte della Single Euro Payments Area, appunto Sepa.
Istituita nel febbraio 2014, la Sepa ha eliminato le differenze procedurali in vigore nei diversi Paesi aderenti. I trasferimenti sono diventati più veloci e meno costosi. I paesi aderenti si dividono tra membri dell’Ue che adottano l’euro, che fanno parte dell’Unione ma hanno una propria moneta nazionale e 9 Stati che non sono appartengono a Bruxelles e non hanno l’euro. Sono Austria, Belgio, Cipro, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Slovacchia, Slovenia e Spagna (i 19 con l’Euro).
Bulgaria, Croazia, Danimarca, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Svezia e Ungheria (membri Ue senza euro) e infine Andorra, Citta del Vaticano, Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Principato di Monaco, Regno Unito, Svizzera e San Marino.
Dunque i paesi europei che non fanno parte della Sepa sono Bosnia-Erzegovina, Serbia, Montenegro, Macedonia del Nord, Albania, Russia (euroasiatico), Moldavia, Ucraina, Bielorussia più, ovviamente, chi geograficamente non rientra nel vecchio continente.
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I bonifici extra Sepa sono chiamati anche bonifici Swift, perché entrano in un sistema di telecomunicazioni tra banche, Society for Worldwide InterBank Financial Telecommunication. Il vantaggio dello Swifr è rendere i bonifici pià semplici. Ne fanno parte più di 10.000 istituti in oltre 200 Paesi.
Come per i Sepa, anche i bonifici al di fuori dell’area si possono disporre presso lo sportello della banca o il sistema internet e l’app. Anche gli elementi essenziali sono gli stessi, quindi nome e cognome del destinatario, Iban, causale, ecc…
La differenza è che quelli extra Sepa vogliono che il mittente indichi anche la modalità di trasferimento del denaro. Sono tre: Our, ossia quando il mittente paga tutte le spese di commissione, facendosi carico sia di quelle della banca nazionale sia quelle della banca estera che riceverà i soldi. Ben, è il invece il contrario di quanto appena detto ed è quindi il beneficiario che paga tutto. Nel primo caso però il pagamento avviene quando il bonifico è stato già effettuato, nel secondo è contestuale al bonifico. Infine la terza modalità, Sha, ossia che c’è la divisione delle spese di commissione, ognuna per la propria banca.
Ma a quanto ammontano questi costi di commissione e quali sono i tempi? Variano in base alla banca a banca. Di solito in modalità Sha il mittente paga 10-12 euro di commissione fissa ma si può aggiungere una variabile in base all’importo da trasferire.
Sulla tempistica, un elemento importante da considerare è se c’è una relazione diretta tra le due banche coinvolte. Se sussiste passano 3-4 giorni lavorativi, altrimenti 5-7. Nel secondo caso può anche intervenire una terza banca con il ruolo di intermediaria, facendo aumentare ancora di più i costi.