Bonus mobili 2022, cifre diverse rispetto allo scorso anno. Come funziona e chi ha diritto di usufruire dell’agevolazione
Dopo la pandemia si sono sbloccate tante attività. I matrimonio erano fermi (c’è anche un relativo bonus) così come i lavori in casa. Da quando non sono più in vigore le regole restrittive, finalmente molti passi in tal senso sono stati compiuti.
Chi ha avuto modo di farlo è uscito dalla casa dei genitori, magari accedendo a un mutuo agevolato per i giovani, e ha usufruito di vari bonus.
Infatti la caratteristica dell’epoca post-Covid è proprio che il governo ha erogato moltissime agevolazioni, anche per via della guerra in Ucraina. Tra queste nel 2022 c’è quello per i mobili, ancora in vigore.
Prevede la possibilità di una detrazione Irpef del 50% sulle spese sostenute per l’acquisto di mobili nuovi ma non solo, anche elettrodomestici di classe energetica non inferiore alla A+. Esistono anche con la doppia e la tripla A e sono quelli che consumano e dunque inquinano di meno.
Vediamo quali sono i prodotti acquistabili che rientrano nell’agevolazione. Parliamo di letti, cassettiere, armedi e librerie ma anche sedie, scrivanie, poltrone e divani, materassi e illuminazione che troviamo nei mobilifici.
Come detto ci sono anche gli elettrodomestici. Sono noti quelli che consumano più energia come i frigoriferi, la lavasciuga e la lavastoviglie.
Ma la regola che consente di ottenere la detrazione vale anche per per forni elettrici, a microonde, stufe e condizionatori.
Ovviamente non basta acquistare un prodotto del genere per accedere alla detrazione. Per il 2022 la soglia massima di spesa è stabilita a 10mila euro. È una specificazione che bisogna fare perché fino al 31 dicembre 2021 era a 16mila euro.
Per il 2022, è necessario che l’immobile dove si andaranno a installare i nuovi elettrodomestici sia interessato a interventi di manutenzione ordinaria o straordinaria, di restauro e risanamento conservativo ma anche di ristrutturazione edilizia. Ciò vale anche per i singoli appartamenti dunque tinteggiatura ai muri, sostituzione di pavimenti o di infissi.
Per quanto riguarda il restauro, il risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia di interi fabbricati, i lavori devono essere eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare che entro 18 mesi dal termine dei lavori vendono o assegnano l’immobile. Rientrano anche gli immobili che sono stati ricostruiti o ripristinati perché danneggiati da eventi calamitosi.