Aumenta l’importanza di prevedere il rischio di infortuni. Molti club della Premier League stanno investendo sulla tecnologia per i calciatori carichi di lavoro.
La stagione appena conclusa ha posto al centro del dibattito sportivo un problema, molto sentito dai calciatori.
Con l’ultima partita della sua nazionale, Sadio Manè, attaccante del Liverpool, ha toccato quota 72 partite stagionali. Stessa sorte è toccata al suo compagno di squadra Momo Salah che, con l’Egitto, ha tagliato il traguardo anche lui delle 72 partite.
Questi dati sono aumentati, dopo la pausa forzata dovuta alla pandemia, hanno destato molta preoccupazione sia da parte dei calciatori che da parte dei club che stanno investendo nelle nuove tecnologie per prevedere il rischio di eventuali infortuni.
Il caso del Liverpool che ha investito milioni di euro in una società di Silicon Valley che, grazie all’intelligenza artificiale, riesce a prevedere il rischio di infortuni dei calciatori attraverso un algoritmo.
Un algoritmo d’oro, visto che, in questa stagione, con un mondiale in invernale alle porte, il rischio burnout, e quindi di infortunio dei calciatori, è molto alto.
Lo sostiene anche Harley, ex capo scienza dell’Everton e del Newcastle, che vanta una collaborazione anche con la Rafa Benitez. Harley stima che la prossima stagione può essere divisa in due blocchi: una di 15 settimane e la seconda di 24 settimane, intervallate da 5 settimane per la Coppa del Mondo in Qatar.
Questo pone i calciatori ad un grande rischio di infortunio. Dello stesso avviso anche il calciatore del Real Madrid Gareth Bale che, portando l’esempio di Kevin De Bruyne, ha fatto notare come, nella prossima stagione, il calciatore belga può tagliare il traguardo di 79 partite stagionali.
Tutto questo, secondo Bale, pone calciatori ad un enorme rischio infortunio. Proprio per questo, si stanno moltiplicando le società che permettono una valutazione e, quindi, una diminuzione del rischio di infortunio.
E’ il caso della società Orecco, che collabora con molti calciatori della premier League, tra cui Gabriel Jesus e Richarlison, che sfrutta gli esami del sangue per prevedere il rischio di infortuni. Infatti, attraverso dei biomarcatoriche, mettono in evidenza l’aumento dell’infiammazione, la presenza di radicali liberi e l’aumento dello stress ossidativo.