L’imposta di soggiorno prevede la dichiarazione entro il 30 giugno: vediamo i dettagli
L’imposta di soggiorno è un tributo comunale introdotto dalla legislazione italiana a partire dal 2011 con la riforma del federalismo fiscale. La tassa di soggiorno viene richiesta al viaggiatore per ogni notte di permanenza presso le strutture ricettive di qualsiasi genere. Hotel, bed&breakfast, villaggio turistico. Il principio alla base di questo tributo è che il turista usufruisca in parte dei servizi offerti dal comune che lo ospita.
L’imposta di soggiorno non è richiesta in tutto il territorio nazionale poiché la scelta di applicarla spetta propri ai comuni interessati. Anche l‘importo della tassa di soggiorno può variare da comune a comune. Si va da un minimo di 1 euro ad un massimo di 5 euro. Alcuni comuni, come ad esempio alcune isole del mediterraneo, la richiedono attraverso il biglietto del traghetto che permette l’arrivo dei turisti a prescindere che pernottino o meno. La tassa dunque non riguarda i residenti dei comuni ma solo coloro che vi soggiornano.
L’imposta di soggiorno prevede la presentazione della dichiarazione: vediamo i dettagli
Le strutture ricettive verseranno poi gli importi incassati al proprio Comune di riferimento in base alle presenze registrate. E il Comune dovrà spendere il contributo ricevuto proprio nelle attività rivolte al turismo. Per regolamentare la movimentazione di questa tassa vi è l’obbligo di dichiarare l’imposta di soggiorno in base all’anno precedente. La scadenza dell’invio di tale dichiarazione è il 30 giugno.
Va da sé che nel periodo compreso tra il 30 maggio e il 30 giugno è necessario compilare il modello dichiarativo riferibile agli anni di imposta 2020 e 2021. I canali di trasmissione telematica sono quelli istituzionali forniti dall’Agenzia delle Entrate. Il portale dell’Agenzia presenta un’area dedicata disponibile dal 7 giugno alla predisposizione e all’invio delle dichiarazioni 2020 e 2021.
I soggetti che possono presentare e inviare tale dichiarazione sono gli stessi gestori delle strutture ricettive o da intermediari fiscali. Stesso discorso vale per le cosiddette “case vacanza”che si avvalgono dell‘affitto breve con una durata non superiore ai 30 giorni. Anche in questo caso sarà cura del proprietario effettuare la presentazione della dichiarazione riferita all’anno precedente.
Con la ripresa del turismo dopo gli anni bui della pandemia questa tassa può rappresentare un inizio per gli investimenti nel settore. Settore forse più colpito dalla crisi.