Tassa senza nome né scadenza per versarla che stanno pagando tutti gli italiani: di cosa si tratta e quanto costa
Lo stato delle cose è sotto gli occhi di tutti. Fare la spesa sta diventando complicato, dobbiamo vedere bene quali sono le offerte, confrontare i prezzi e, nel caso, scegliere anche un prodotto di qualità inferiore.
L’inflazione sta pressando tutti. Ovviamente il problema più grande è per chi ha un reddito fisso medio-basso. La guerra della Russia in Ucraina ha complicato ulteriormente la situazione. Già nei mesi precedenti i prezzi energetici stavano salendo e il con conflitto sono arrivati alle stelle, come il carburante.
È un effetto naturale perché qualsiasi cosa bisogna produrre, costa di più alla base. Se gli ucraini, purtroppo, stanno pagando il prezzo della guerra con la vita, indirettamente anche gli altri europei pagando, in modo più lieve, mettendo mano in tasca.
La tassa “nascosta”: quanto costa
Non c’è una vera e propria tassa per la guerra, almeno ufficialmente, ma esiste. Non si versa in base al reddito o all’Isee e non ha una scadenza oltre la quale piovono multe.
È costituita dalla situazione economica in sé, dalla perdita del potere d’acquisto. Chi guadagna 1.200 euro al mese, fino a ottobre-novembre poteva fare un certo tipo di spesa al supermercato spedendo, ad esempio, 50 euro. Con gli stessi soldi ovviamente oggi le cose da comprare sono diverse.
In pratica è il potere d’acquisto ad essere diminuito e questa “tassa fastasma” costerà 24 miliardi di euro. Secondo la Cgia di Mestre saranno soprattutto le famiglie del Trentino Alto Adige ad essere penalizzate con 1.685 in meno. In negativo anche in Valle d’Aosta con 1.473 e nel Lazio con il segno meno di 1.279.
L’inflazione annuale è stimata al 6% e nel mese storso è saluta a 6.9%. Per trovare un dato più alto bisogna andare addirittura al 1986. Il governo è intervenuto ma è chiaro che non basta. Mediamente tra bollette e spesa quotidiana, si spende 100 euro in più al mese, dunque circa uno stipendio all’anno.
Il mese prossimo alcuni lavoratori dipendenti e pensionati, che non guadagnano 35mila euro all’anno, otterranno il bonus 200.
Sarà così anche per gli stagionali, i lavoratori domestici e i percepisce il Reddito di Cittadinanza. Restano in attesa autonomi e liberi professionisti. Si tratta comuque di una tantum, quindi un aiuto erogato una sola volta. È evidente che questi soldi non basteranno.