Marta Fana è molto attenta alle questioni dei salari e conosce bene la situazione in Europa avendo studiato all’estero
Oggi sentiamo molto parlare dei salari. Al di là che l’argomento è sempre attuale finché ci sarà una crisi economica che si manifesta in ogni forma (la disoccupazione, l’inflazione, ecc…), ma nelle ultime settimane il fenomeno della rinuncia di proposte di lavoro ha riportato l’argomento al centro della discussione.
In vista della stagione estiva che ormai in corso, sui media negli ultimi mesi abbiamo spesso letto delle lamentale dei datori di lavoro che si sono scagliati contro il Reddito di cittadinanza, reo di non invogliare i giovani a lavorare.
Naturalmente la questione dei salari bassi a fronte di tante ore di lavoro e con pochi o nessun diritto, è stato il tema usato nella discussione di chi, al contrario, ha voluto invece evidenziare quali siano anche altri i motivi che portano una persona a rinunciare all’offerta di lavoro.
Degli stipendi bassi si è occupata una delle economiste italiane più giovani e brillanti. Si chiama Marta Fana e nel 2017 ha pubblicato il libro per Laterza Non è lavoro, è sfruttamento, frutto del lavoro sul campo e incontri con i lavoratori. Sulla stessa falsariga, due anni dopo, ancora con Laterza ha dato alle stampe Basta salari da fame insieme a Simona Fana.
Classe 1985, è tra le ricercatrici economiche più attive in ambito lavorativo. Ha avviato la carriera dopo un percorso di studi tra l’Italia e la Francia. Nella capitale transalpina, presso l’Institut d’Etudes Politiques dell’università Sciences Poè, ha conseguito un dottorato in Economia. Ha lavorato anche all’Osce presso il Centro Studi Consip. Un curriculum dunque di tutto rispetto che l’ha portata ad essere una delle studiose più attente alla politiche del lavoro e alle disuguaglianze.
È nota anche al pubblico televisivo per le sue apparizioni nei dibattiti in diverse trasmissioni. Ha guardato con simpatia a Occupy Wall Street, movimento nato dopo la crisi del 2008 e non sono mancati scontri in tv con personaggi “diversi” in quanto rappresentanti il mondo dell’imprenditoria. I più forse ricorderanno quando ebbe uno scontro con diretta televisiva con Oscar Farinetti, il fondatore di Eataly.