Il MEF ha fatto chiarezza sulla gestione del rischio bancario relativo ai conti correnti degli operatori di betting e gambling. Ecco cosa cambia
Il MEF, il Ministero per l’Economia e le Finanze ha, finalmente, fatto chiarezza sulla cosiddetto de-risking, ossia la gestione del rischio bancario relativamente ai conti correnti degli operatori di betting e di gambling. Ecco cosa cambia nella sostanza dal primo del mese di luglio 2022.
Nei mesi scorsi tutta una serie di operatori del gambling e del betting, parliamo quindi di gioco online e non inteso tanto come scommesse sportive quanto di poker, slot machine e casinò, hanno visto chiudere, dalla mattina alla sera, i propri conti correnti bancari.
Un danno operativo, e di immagine, non indifferente. Un danno al quale gli operatori, che non dimentichiamo contano oltre trentamila addetti a livello nazionale, hanno cercato di porre rimedio.
E lo hanno fatto chiedendo ai rappresentanti di varie forze politiche, tanto della maggioranza che sostiene il Governo guidato da Mario Draghi tanto dell’opposizione allo stesso esecutivo, di porre un quesito formale al Ministero per l’Economia e le Finanze.
Il quesito è stato posto sotto forma di interrogazione parlamentare e la risposta è stata davvero di quelle impreviste. Ecco cosa hanno detto i tecnici del Ministero sulla specifica materia.
Il presupposto dell’interrogazione era in ordine alle motivazioni addotte tanto in materia di etica quanto in materia di gestione del rischio bancario. Il quesito nello specifico poneva un dubbio sul fatto che queste motivazioni fossero sufficiente ad agire tanto con la chiusura dei conti quanto sul rifiuto di aprirne di nuovi.
La risposta arrivata come detto è stata sorprendente ed ha indicato agli istituti bancari una strada molto chiara da seguire.
Una strada che, secondo le parole del sottosegratario al Ministero dell’Economia e Finanze, il leghista Federico Freni “Prevede di non stabilere in maniera automatica il blocco di una relazione di affari”.
In sostanza la nota del Ministero indica agli operatori bancari un principio prettamente liberale rispetto a quello di uno Stato etico. In sostanza il MEF incoraggia le banche a “Non escludere dall’accesso al credito ed all’operatività bancaria gli operatori di gioco”.
Ed, al tempo stesso, di non limitarne l’attività se prima non viene verificato in maniera puntuale tanto il rischio etico quanto un eventuale rischio criminale. La risposta del Ministero dell’Economia e Finanze ricalca, in maniera quasi pedissequa, quanto anticipato dall’avvocato Geronimo Cardia, presidente dell’Associazione Concessionari di Giochi Pubblici, l’ACADI.
L’esponente dell’associazione degli operatori del Gioco aveva espresso fortissimi dubbi sulle decisioni prese dagli istituti bancari in quanto contrarie alla normativa dell’Unione Europea in materia di libera concorrenza. Il Ministero gli ha dato ragione.