Banche, sindacato Fabi: “Stop al credito, diverso il ruolo sociale”

Le banche vendono molti prodotti commerciali: le parole di Lando Maria Sileoni del sindacato Fabi. “Pressione sui lavoratori”

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Sono 120mila gli iscritti in un settore che in totale ne conta 280mila. Questi i numeri di Fabi, il sindacato più grande del mondo bancario guidato da Lando Maria Sileoni. In un’intervista a Il Giornale ha spiegato cos’è cambiato negli ultimi anni, come agiscono oggi le banche che stanno mettendo in discussione il proprio ruolo sociale.

Oggi si finanziano la ricerca, ha detto, le fondazioni, le opere pubbliche e anche un settore fondamentale come la sanità. Di contro, però, c’è meno attenzione ai territori e ai crediti.

Il motivo, ha spiegato, è che gli istituti preferiscono cambiare gli sportelli in “negozi finanziari dove vendere prodotti finanziari e assicurativi” poiché fruttano di più con un maggiore ritorno economico.

In pratica, la crescita economica che l’Italia (ma non solo) ha vissuto nel trentennio successivo alla guerra, era stata caratterizzata dall’intesa tre le banche, gli imprenditori, cittadini e territori mentre oggi si vogliono vendere i prodotti finanziari. È un commercio.

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Lando Maria Sileoni risponde che questo cambiamento piace e non: “dipende”, dice, perché se la trasformazione “non viene gestita socialmente, non passerà”.

L’attuale guerra ovviamente non ha lasciato indenne il settore con i piani industriali che sono rallentati e le stesse banche che non sanno bene cosa fare.

Poi ci sono le pressioni dovute a questi cambiamenti di natura commerciale che mettono in discussione anche gli stessi lavoratori bancari.

La politica sa bene cosa succede nelle banche, dice Sileoni, poiché c’è stato un incontro con la Commissione Banche lo scorso 17 maggio e anche il Parlamento è informato. Fabi ha anche chiesto di sanzionare le banche che non rispettano gli accordi sindacali. La pressione che c’è negli istituto è tanta e non sono mancati “casi di disturbi psichiatrici e psicologici“.

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Uno sguardo poi su quello che succede nei territori con la presenza dgli sportelli fortemente rimaneggiata a favore delle Poste che sono prime in Europa e una previsione: “alla lunga il territorio farà poi riferimento alle Poste”.

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