Aria condizionata, gli italiani non rinunciano: la ricerca

All’aria condizionata dicono sì il 93% degli intervistati che si è detto comunque disposto a fare sacrifici ma non sulle temperature

Aria condizionata
Pixabay

Sì ai sacrifici, per il bene delle proprie tasche e per il pianeta che bisogna salvaguardare. Con il caldo tornano i temi del risparmio energetico, soprattutto ora che il carovita sta pesando molto nelle economie degli italiani. Ma il 93% di loro non vuole rinunciare al condizionatore, né con il caldo né con il freddo.

I dati emergono da una ricerca Changes Unipol elaborata da Ipsos su come si stanno modificando comportamenti degli italiani nella vita di tutti i giorni visti la crisi energetica. La stragrande maggioranza è dunque favorevole a fare sacrifici, ma non arretra quando le temperture sono troppo alte o basse.

Rientra nel tema del clima e del risparmio anche la mobilità sostenibile. Vuole ridurre l’utilizzo dell’auto nei prossimi sei mesi il 63% di chi ha partecipato come intervistatore alla ricerca che ha posto attenzione anche alla differenze in varie città. Bologna è risultata come la più virtuosa nei comportamenti rispetto alle altre città metropolitane.

Aria condizionata, qualcuno è disposto a sacrificarsi

Dagli altri dati pubblicati, solo il 31% degli italiani è disposto a sacrificarsi e a non usare l’aria condizionata mentre il 44% dice di sì alla riduzione della temperatura dei termosifoni.

Differenze anche in base all’età. I cosiddetti Baby Boomers, dai 57 ai 74 anni sono disposti a cambiare delle abitudini per l’ambiente mentre la Generazione Z, che va dai 6 ai 26 anni, è più sensibile solo per la mobilità sostenibile, raggiungendo il 34%.

Causa caro-vita tutti dovrebbero cambiare alcune abitudini. Da anni gli scienziati lanciano allarmi sul cambiamento climatico, ma sono rimasti tutti inascoltati e la politica internazionale ha fatto poco. Quando poi i fenomeni naturali mostrano la propria forza con disastri in termini di altissime o bassissime temperature e danni all’agricoltura, la questione sembra di nuovo impellente, ma per poco tempo.

Con la guerra in Ucraina i costi delle materie prime sono aumentate ancora tanto da portare il governo italiano a intervenire mettendo nelle tasche dei contribuent il bonus una tantum da 200 euro.

Proprio in periodi del genere, al risparmio energetico dovrebbero essere tutti più sensibili ora che il potere d’acquisto si sta abbassando ed è difficile fare la spesa quotidiana.

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