Pensioni, ricongiunzione o cumulo dei contributi: cosa conviene?

Pensioni, tanti i dubbi per chi smette di lavorare. Cosa è meglio fare in vista delle prestazioni dopo la carriera

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Quando si arriva all’accesso alla pensione può capitare di trovarsi diversi versamenti, effettuati su più fronti. È in quel momento che il contribuente si pone la domanda su come fare per far confluire in un unico perimetro le proprie quote e, soprattutto, cosa conviene in vista dell’indennizzo pensionistico che verrà.

Della questione ne se occupa Il Sole 24 Ore che fa un esempio concreto. Un cittadino di 62 anni con la necessità di valorizzare l’anzianità contributiva fruttata due gestioni differenti. C’è anche una contribuzione nell’assicurazione generale obbligatoria come lavoratore dipendente di azienda privata ma ora accantonata. Ha maturato ulteriori contributi nella gestione ex Inpdap in quanto dipendente pubblico come insegnante. È importante dunque chiarire qual è la differenza che intercorre tra la tra la ricongiunzione e il cumulo della contribuzione maturata.

Pensioni, ricongiunzione o cumulo: la differenza

La ricongiunzione, che è sempre onerosa, è il modo con il quale si può trovare in un’unica gestione i contributi maturati presso le due diverse gestioni. I pratica c’è il trasferimento materiale in un solo fondo, avendo così una sola posizione contributiva nella gestione presso la quale si è presentata la domanda.

C’è però da sostenere un versamento pari al 50% della differenza tra l’onere teorico di ricongiunzione e l’ammontare dei contributi e dei relativi interessi trasferiti nella gestione accentrante.

I costi sono rateizzabili, senza interessi, per un periodo di tempo pari a tante mensilità quanto è il periodo oggetto di ricongiunzione. Tutto ciò si puà anche far ementre si è ancora a lavoro.

Il cumulo contributivo, invece, introdotto con la legge 228/2012, è stato modificato rivisto dalla legge 232/2016 introducendo la possibilità di cumulare la contribuzione per conseguire la pensione anticipata ordinaria. Non solo, anche quella di di vecchiaia, inabilità e superstiti, e di cumulare ciò che è stato maturato presso tutte le gestioni sia pubbliche che private.

L’opzione è attiva anche per le casse professionali. Si avrebbe la possibilità di utilizzare tutta la contribuzione maturata ma non deve essere coincidente, nelle due gestioni  prese ad esempio, con il fine di raggiungere i requisiti per le pensioni di vecchiaia, anticipata, di inabilità e ai superstiti.

Una differenza importante con la ricongiunzione è che non c’è un trasferimento della contribuzione e la pensione erogata in cumulo è calcolata pro quota, secondo quelle che sono le regole di calcolo di ciascuna gestione. Il cumulo, poi, è sempre gratuito.

La circolare Inps 140/2017 chiarisce che un assicurato che ha maturato fino al 31 dicembre 1995 17 anni di contribuzione nel Fpld e 2 anni nell’ex Inpdap, il calcolo della pensione avverrà con il metodo retributivo puro in entrambe le gestioni.

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