Divampa la polemica per la mancanza di lavoratori stagionali, centro del dibattito le condizioni economiche, il reddito di cittadinanza e quello di base universale. Ecco cosa c’è dietro per davvero.
A meno di tre settimane dall’arrivo ufficiale dell’estate e dall’apertura della stagione turistica, divampa, fortissima, la polemica tra imprenditori, lavoratori e sindacati sulla mancanza dei lavoratori stagionali.
Assoalberghi, ma anche imprenditori di fama nazionale come Albano Carrisi e Flavio Briatore, indicano dati importanti. All’appello, secondo le loro stime, mancherebbero circa 350.000 addetti con un rischio concreto di non poter rispondere in pieno alle richieste.
Lato imprenditori si segnala anche il costante rifiuto di importanti offerte di lavoro. Alcuni parlano di stipendi da 2.000 euro al mese anche senza particolari condizioni di formazione.
Da un altro lato molti giovani, anche formati in importanti scuole alberghiere del territorio nazionale, lamentano di contro offerte di livello decisamente più basso, si parla anche di 3 euro l’ora per sette giorni di lavoro su sette.
Da un altro lato ancora i dati forniti dai sindacati che sottolineano l’assenza di regole per il settore, il mancato rispetto dei diritti di base, dei contratti nazionali e delle condizioni minime di sicurezza.
Sullo sfondo la politica e l’ormai annosa polemica tra chi imputa la mancanza di lavoratori stagionali alla diffusione del reddito di cittadinanza ed alla poca voglia di mettersi in gioco. E chi, di contro, sottolinea come senza il reddito di cittadinanza le offerte sarebbero addirittura al ribasso. Ma come stanno davvero le cose?
Noi della Redazione di Bonifico Bancario abbiamo fatto alcune ricerche avvalendoci dei dati di partenza forniti dall’Istituto di Ricerca della CISL ed abbiamo scoperto una realtà in chiaroscuro.
Da un lato sono assolutamente vere le lamentele di molti aspiranti lavoratori stagionali che segnalano offerte incredibili. Alcuni addirittura sotto i 2 euro l’ora o peggio ancora con un mese di formazione a costo zero sui tre previsti dal contratto stagionale.
Sono altrettanto vere, soprattutto al Nord-Est, offerte di lavoro da 2.000 euro al mese anche senza laurea, diploma specifico ed esperienza pregressa. Il punto di fondo resta l’intuizione del Reddito di Cittadinanza che se da un lato porta sopra la soglia di povertà tantissimi cittadini di contro abbassa la ricerca di lavoro di altri.
La soluzione secondo molti economisti è nella cosiddetta terza via. Terza via composta dal cosiddetto Reddito Universale di Base una versione evoluta sia in termini economici che di diritti del Reddito di Cittadinanza ma gestita direttamente dall’Unione Europea. Il fine è quello di bypassare abusi e richieste fuori schema presenti nell’attuale gestione. Sarà davvero la soluzione? Non lo scopriremo in tempo per i lavoratori stagionali dell’estate 2022.