Il mondo del retrogaming sta diventando uno dei settori del collezionismo dove si fanno importanti investimenti, ma con gli investimenti arriva anche la diffusione della truffa. Alcune sono davvero incredibili
Uno dei beni rifugio di questo periodo di crisi economica è rappresentato dal collezionismo. Tra numismatica, francobolli, figurine storiche, dischi in vinile e videocassette VHS si stima che il settore, nel biennio 2020-2022, abbia riscontrato una crescita superiore al 94%.
Un dato incredibile che ha attirato l’attenzione di esperti, studiosi ed analisti. Ed in maniera, quasi clamorosa, si è stimato che la crescita maggiore è arrivata nel settore dei collezionisti del retrogaming.
Ma di cosa si tratta? Il termine è un inglesismo ed in sostanza perimetra il campo di azione di chi è attratto, appassionato o collezionista, di videogiochi del passato in particolare quelli attivi negli Anni Ottanta e negli Anni Novanta.
Il collezionismo si basa sulla capacità di reperire, e far funzionare, i giochi del passato anche attraverso la stessa tecnologia originale. Da non confondere con i remake che vengono realizzati con tecnologie odierne come Java e Flash, tecnologie che riproducono gli effetti del retrogame ma mai in maniera completamente fedele.
Da segnalare che in parallelo si è sviluppato anche un florido mercato di riproduzioni ufficiali, con tecnologie moderne, delle console storiche, Nintendo su tutte. Riproduzioni che i puristi del retrogaming non considerano di buon livello.
Il mercato, come detto, nel biennio 2020-2022 ha subito una grande impennata ma con esso si sono affacciate le prima truffe organizzate. Una delle quali ha fatto davvero scalpore.
Parliamo della truffa messa in atto da Enrico Riccardi il quale sfruttando un vuoto di competenza in materia tra il 2015 ed il 2021 ha messo in atto un meccanismo di vendita di prodotti fedelmente riprodotti che gli ha fruttato la bellezza di 107.500 euro.
Una truffa, a suo modo ingegnosa, perchè basata su un primo pezzo effettivamente storico, ma non funzionante, il mitico DOOM. Parliamo del videogioco della id Software pubblicato nel 1993 e diventato, grazie alla diffusione su console, un fenomeno planetario. Un videogioco che è considerato, al pari di Wolfenstein 3D, l’antenato diretto di Call of Duty.
Riccardi, con azioni furbescamente truffaldine, ha carpito la fiducia di migliaia di persone vendendo attraverso il proprio Dropbox migliaia di copie del prodotto con tanto di bonus di una foto, photoshoppata, in cui si mostrava a cena con Romero l’ideatore del popolare gioco.
Per non tacere delle centinaia di prodotti legati al mondo Commodore 64, una generazione precedente a quella di DOOM dove forniva package fintamente originale, floppy e CD pari al vero. Una truffa degna del suo “maestro”, Jordan Belfort, una truffa fruttata la bellezza di 18.000 euro l’anno, uno stipendio, e per di più esentasse.