Evasione fiscale: “19 milioni di cittadini hanno debiti. No al carcere”

Evasione fiscale, Ernesto Maria Ruffini (direttore Agenzia delle Entrate), fornire i numeri e spiega cosa farebbero con chi non paga le tasse

Evasione fiscale
Direttore Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini (AnsaFoto)

Sono 19 milioni gli italiani che possono essere ritenuti in qualche modo evasori perché hanno ricevuto una cartella esattoriale. Non si può neanche pensare di metterli tutti in carcere. Dei 19 milioni, 16 sono persone fisiche e 3 società, ditte, partite Iva. Tutti soggetti individuati, ma il problema è la riscossione.

È questo il concetto del direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini che giovedì 2 giugno è intervenuto a Trento nel corso del Festival dell’Economia.

Non ha mai creduto nella pena detentiva contro gli evasori, ha spiegato, perché così fallisce l’azienda. È meglio invece ripagare la collettività lavorando.

L’intervento è avvenuto in occasione della presentazione del suo libro Uguali per Costituzione. Storia di un’utopia incompiuta dal 1948 a oggi, pubblicato da Feltrinelli. Il sistema che immagina Ruffini è quello che i cittadini sanno bene che chi non paga viene punito in questo modo. Per effetto, pensa, nessuno sarà così autolesionista.

Evasione fiscale, Ruffini: “Mancato pagamento cartina di tornasole”

Siccome siamo in periodi di Dichiarazione dei redditi, si è soffermato sul modello precompilato e si ritiene soddisfatto dell’andamento delle dichiarazioni: “I cittadini acquisiscono familiarità con questo strumento”, ha affermato.

Per quanto riguarda il futuro si sta lavorando per i registri precompilati i dei soggetti commerciali e ne 2023 partità la precompilata Iva. Attualmente bisogna invece pensare agli istituti della rateizzazione e bisogna completare la rottamazione che è in corso.

Infine sulla riforma del Fisco ma il giudizio è ancora incerto perché trattandosi di una delega, ha osservato, è ancora presto. Di certo, però, prima è necessaria una riorganizzazione, mettere ordine altrimenti si crea altra confuzione con le norme.

La parte dell’intervento che attira maggiormente l’attenzione è certamente quella sui numeri dell’evasione e sul metodo punitivo, senza carcere. In un’inervista a La Stampa ha spiegato che non fa piacere a nessuno pagare le tasse e non è più bello farlo fare, ma è la “cartina di tornasole” perché con i contributi dovuti si pagano ad esempio gli stipendi dei medici che salvano la vita.

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