Reddito di Cittadinanza, al via il protocollo tra Inps e Ministero della Giustizia che incrociano i dati per scoprire i furbetti
La misura è certamente tra le più chiacchierate degli ultimi anni se non della storia repubblicana. Nel 2018 l’allora vicepremier Luigi Di Maio (oggi agli Esteri), aveva detto all’approvazione del Reddito di Cittadinanza che sarebbe stata abolita la povertà.
Il contributo ha certamente aiutato tanti italiani ma ha dato anche modo a molti altri di organizzare truffe all’Inps, percependo soldi non dovuti perché erano assenti i requisiti.
Da oggi i controlli sono più serrati. È operativo il protocollo tra Inps e Ministero della Giustizia che prevede lo scambio delle informazioni che servono per verificare le concessioni o le revoche del beneficio.
Negli ultimi anni, in tutto il paese, tantissimi sono stati i casi di irregolarità, cittadini denunciati e obbligati a restitutire quanto percepito indebitamente. Ma con nuovo protocollo il flusso di informazioni farà emergere molto più di quanto i controlli siano riusciti a fare finora.
Reddito di Cittadinanza, verifiche diretta sul casellario giudiziario
In questi anni la cronaca ha raccontato di pregiudicati o parenti prossimi di persone condannate per reati gravi come la mafia che hanno ricevuto il Reddito. Con il sistema ora operativo l’Inps invierà al Ministero della Giustizia l’elenco di tutti i beneficiari per la verifica del casellario centrale e dunque di condanne passate in giudicato da almeno dieci anni o procedimenti in corso.
L’Inps sottolinea che la trasmissione delle informazioni avviene nel pieno rispetto della normativa sulla privacy. I dati paseranno attraverso un circuito privato virtuale sicuro sulle dorsali pubbliche.
L’Istituto di Previdenza fa sapere inoltre che al termine delle verifiche svolte con il nuovo metodo, se emergeranno irregolarità, ci sarà la revoca del Reddito. I contrilli avverrano anche alla prima domanda e dunque in quesi casi ci sarà il mancato riconoscimento.
Troppi sono i casi emersi negli ultimi tre anni (i primi versamenti RdC sono stati fatti nel maggio 2019) e ora si è deciso di intervenire in modo più diretto controllando prima il casellario giudiziario. Per i detrattori del Reddito resta ancora da risolvere la questione dei navigator e del sistema che dovrebbe aiutare a trovare lavoro.