A vent’anni dalle stragi di Capaci e via D’Amelio si accende una polemica su una storica foto di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. L’autore dello scatto continua la battaglia per vedere riconosciuti i suoi diritti.
In molti avranno ben presente la foto di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, sorridenti, poco prima che avvenisse prima la strage di Capaci e, poi, quella in via D’Amelio. Ebbene, quella foto è stata scattata da Tony Esposito che, a quanto pare, non si è visto riconoscere i diritti. Ma andiamo a scoprire nel dettaglio cosa è successo.
Foto Falcone e Borsellino: le parole dell’autore dello scatto messo anche sulle 2 euro
Tutto è iniziato quando la Zecca ha deciso di coniare una moneta da 2 euro con la foto in questione. In un primo momento il fotoreporter è stato contattato per concludere un accordo economico. Dopo aver accettato la cifra simbolica di 500 euro dalla Zecca (precisando di volerla donare in beneficenza), è stato dato il via alla stampa di ben 3 milioni di monete.
Dopo qualche settimana, però, la Zecca sembra averci ripensato, utilizzando la foto senza offrire alcun tipo di compenso.
A tornare sulla questione, ci ha pensato proprio Tony Esposito che è stato intervistato da Fanpage. Il fotoreporter ha spiegato i motivi del rifiuto da parte della Zecca: “Scoprono che c’è una sentenza che mi dà torto sul diritto d’autore, quindi decidono che non possono più pagarmi. La legge dice che quella fotografia vale quanto una cronaca e vale quindi vent’anni dalla realizzazione. Loro hanno fatto una moneta senza avere una mia autorizzazione. Questa è una cosa molto grave”.
Una sentenza arrivata dopo un contenzioso con la Rai. Una questione che, come sottolinea lo stesso fotoreporter, potrebbe avvenire anche in altre circostanze. Proprio per questo, Esposito chiede che venga messa in luce questa problematica che va a penalizzare tutta una categoria di professionisti.
Secondo Esposito, in realtà un vero e proprio pregiudizio nei suoi riguardi, come se lui volesse approfittare di icone come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. A dargli man forte anche l’onorevole Michele Anzaldi tramite un’interrogazione parlamentare. Nel frattempo, Esposito spera che qualche altro politico si possa interessare della sua situazione per cambiare la legge.