Eurovision 2022, grana sul Festival: “Lavoratori al risparmio”

Sappiamo tutto riguardo ad uno degli eventi più attesi dell’anno? Ecco cosa si nasconde dietro all’Eurovision 2022 

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Eurovision (Instagram)

Anche quest’anno l’Eurovision si è rivelato un successo. Torino ha fatto da cornice ad uno spettacolo strepitoso ed il pubblico ha seguito con enfasi la gara, pensate che il numero di share e ascolti ha toccato picchi clamorosi.

La maggior parte delle persone crede che dietro ad un evento del genere lavorino in tanti, ma cosa dobbiamo sapere al riguardo? Stiamo per sfatare un mito, scopriamo insieme tutti i dettagli.

Eurovision, chi lavora dietro all’evento?

Dietro all’Eurovision lavorano molte persone, ma in che modo? A quanto pare si tratta di una  lunga serie di giovani volontari che, con grande entusiasmo e senza aver ricevuto alcun rimborso per la prestazione svolta, hanno svolto il proprio lavoro.

Tale cerchia è stata intervistata da Mowmag ed ha affermato di non essersi resa conto di essere sfruttata, poiché in quel caso era importante fare esperienza.

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Non sono mancate polemiche al riguardo, visto lo sfruttamento di tante persone. Un rappresentante del coordinamento Stage ha fatto riferimento al bando, spiegando: “Abbiamo letto il bando e i nostri consulenti del lavoro e legali ci hanno detto che questo bando, come ammesso da alcuni rappresentanti del comune di Torino (L’assessore ai grandi eventi Mimmo Caretta, ndr), era esagerato e faceva intravvedere delle posizioni lavorative e non di volontariato”.

Anche Silvia Comand, presidente dell’associazione che lavora per i diritti dei lavoratori dello spettacolo ha detto la sua ed ha spiegato: “Con una chiamata di 600 volontari per un evento così grosso e importante come l’Eurovision, che in questo momento segna la ripresa degli spettacoli in Italia, si è persa l’occasione per dare un messaggio al comparto in termini di approccio al lavoro di questo settore. Ci saremmo aspettati una chiamata per tutti quei lavoratori che sono rimasti fermi in questi due anni – ha continuato –  Il numero così grande di volontari per questo bando ha dato invece un messaggio inverso. Inoltre è stato fatto male perché vengono indicate delle mansioni come l’accoglienza, la gestione dei flussi e i trasporti che non sono proprio adatte a personale volontario, perché richiedono delle specifiche competenze”.

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Insomma per qualcuno l’organizzazione dell’Eurovision è stato un tornare indietro invece che fare un passo avanti verso qualcosa di evolutivo. E voi cosa ne pensate?

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