Il fisco ha chiesto ad una donna la restituzione di quanto ottenuto a titolo di agevolazioni per l’acquisto di una casa rivenduta prima dei 5 anni: l’Agenzia delle Entrate cambia decisione.
Una vicenda singolare quella che ha visto coinvolta una donna di Varese. A quest’ultima, infatti, l’Erario le avrebbe chiesto di restituire le somme ottenute a titolo di agevolazione per l’acquisto di un immobile, poiché era intervenuta una vendita prima dei 5 anni previsti dalla legge.
Ma dietro quella vendita c’erano motivazioni molto importanti. Dinnanzi alla Commissione Tributaria competente, la donna aveva spiegato di essersi voluta liberare della casa perché all’interno di quelle mura sarebbe stata ripetutamente vittima di violenze sessuali. All’esito di tali esternazioni il fisco avrebbe fatto un passo indietro.
Dinnanzi alla Commissione Tributaria una donna di Varese si sarebbe trovata a difendersi per aver venduto una casa – per la quale aveva usufruito delle agevolazioni previste per legge- prima dei 5 anni, così come invece vorrebbe il dettato normativo.
Per farlo si sarebbe avvalsa di una deroga, la quale prevede che per fatti gravi ed imprevedibili è possibile rivendere l’immobile prima che sia decorso il quinquennio. Ma quale motivo aveva addotto la donna? Dinnanzi ai giudici avrebbe spiegato che all’interno di quelle mura si sarebbero concretate ai suoi danni ripetute violenze sessuali da parte dell’ex compagno.
L’appellante, riporta la redazione di Open, avrebbe riferito – come anche riportato all’interno di un dispositivo del Gip di Busto Arsizio– di essere stata considerata dall’uomo la sua “schiava sessuale”, di essere stata costretta ad avere rapporti con lui anche quando era incinta. Che subiva percosse e veniva fatta dormire sul divano nelle occasioni in cui rifiutava rapporti.
Nonostante l’agghiacciante quadro, però, la Commissione Tributaria respingeva le sue censure affermando che il caso di specie non poteva considerarsi di “gravità estrema, assolutamente fuori da ogni possibile previsione, eccezionale ed inevitabile”.
La vicenda sarebbe rimbalzata su tutti i media, sino a giungere alle orecchie dell’Agenzia delle Entrate che tramite una semplice e-mail avrebbe comunicato: “Questo ufficio dispone l’annullamento totale degli atti. Gli avvisi di liquidazione – riporta Open– sono privi di effetti e le somme richieste non dovute”.