Donazione con un bonifico nei confronti di un figlio, è possibile versare una somma in regalo o ci sono delle regole bancarie da rispettare?
Una volta, quando i giovani ottenevano i posti di lavoro con più facilità, erano i figli che aiutavano i genitori anziani, non solo accogliendoli nella propria casa ma anche, pur vivendo in abitazioni separata, dando dei soldi.
Ora i tempi sono cambiati e bassi stipendi e la precarietà flaggellano la generazione nata negli anni Ottanta. Chi riesce a uscire di casa (già questo a volte è un’impresa) chiede aiuto ai genitori per fronteggiare alcune spese.
Se il figlio vive lontano e non può dunque prendere soldi in contati, il padre o la madre fanno un bonifico, ma c’è un funzionamento particolare trattandosi di soldi in regalo?
Donazione con bonifico: regole ed eventuali tasse
Innanzitutto spieghiamo che se la donazione è finalizzata a uno specifico scopo come comprare una casa, un’auto o pagare la rata di un prestito, si parla di donazione indiretta. Se invece non c’è una finalità specifica e chi riceve può utilizzare i soldi come meglio crede, si parla di donazione diretta.
Se la donazione non è di cifre alte che rispetto alle condizioni economiche di chi dona o di chi riceve non cambia molto la loro situazione, si può fare un bonifico o ricorrere a un assegno non trasferibile. Ricordiamo che ci sono delle regole per quanto riguarda l’uso dei contanti che hanno una soglia ben precisa nel 2022, oltre la quale bisogna fare necessariamente un bonifico.
Se la donazione è di cifre considerevoli, a quel punto il trasferimento deve avvenire tramite atto notarile con tanto di testimoni.
Ma ci sono tasse sulla somma donata? Tra genitore e figlio non si pagano le imposte sulla donazione se siamo al di sotto di un milione di euro. Oltre, ma solo sulla differenza, c’è un’aliquota del 4%.
Se c’è anche il lavoro del notaio bisognerà considerare altri costi. Oltre all’onorario da versare al professionista per la sua prestazione, bisogna pagare anche l’imposta di registro sulla registrazione del rogito.
Ma c’è un limite da rispettare? No, e per tale motivo è sempre meglio ricorrere al bonifico. A parte l’obbligo di legge al di sopra dei 2.000 euro, è sempre meglio lasciare traccia del denaro per ripararsi da eventuali contestazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate che può effettuare dei controlli.
Per fare un esempio, un figlio disoccupato o che comunque non guadagna molto, un giorno compra una casa con i soldi che il padre gli ha notato: potrà sempre dimostrare da dove proviene il denato usato per l’acquisto.