Bonus 200 euro, si avvicina la data dei primi pagamenti: qualcuno però deve presentare l’istanza: cosa dice la legge
Il Decreto aiuti approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 2 maggio contiene il Bonus 200 euro, l’ultima misura in ordine di tempo che va incontro agli italiani per fronteggiare il caro-vita. La legge è già stata già soggetta a revisione comene nel CdM del 6 maggio quando è stato stabilito che il beneficio spetta anche a chi percepisce il Reddito di Cittadinaza.
Le novità non sono finite qui perché vanno ancora scritte le regole per quanto riguarda gli autonomi e i liberi professionisti.
Ma andiamo con ordine, vediamo cosa prevede finora la legge e soprattutto cosa bisogna fare materialmente per ricevere i soldi. Avverrà un accredito automatico per tutti? Chi dovrà fare domanda, come dovrà procedere?
Bonus 200 euro, le categorie che devono presentare la domanda
Possono beneficiare del Bonus tutti i lavoratori dipendenti e pensionati che hanno un reddito inferiore ai 35mila euro. Attenzione, il requisito che viene valutato non è l’Isee. Ciò significa che se in famiglia moglie e marito non superano la soglia, hanno entrambi diritto al Bonus che è una tantum, quindi non sarà erogato ogni mase.
Ma quando arriveranno i soldi? A giugno toccherà ai pensionati, a luglio ai dipendenti. Entrambe le categorie non dovranno fare domanda. Per i primi ci penserà direttamente l’Inps, per i secondo i datori di lavoro che anticiperanno i soldi allo Stato. Oltre queste due categorie, non dovranno fare domanda i percettori del Reddito di Cittadinanza e i titolari di Assegno Naspi (la disoccupazione).
L’articolo 32 del Decreto aiuti stabilisce quali sono le categorie che devo presentare la domanda: i collaboratori domestici parasubordinati co.co.co. iscritti alla gestione separata Inps e con contratti attivi da quando alla data di entrata in vigore del Decreto che non siano titolari di pensione né iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie; i lavoratori stagionali (a tempo determinato e intermittenti che nel corso del 2021 hanno svolto almeno 50 giornate lavorative; i lavoratori dello spettacolo con lo stesso numero di giorni lavorati come per gli stagionali; autonomi senza partita Iva
incaricati delle vendite a domicilio con Partita Iva attiva da prima della legge e che nel 2021 abbiano un reddito da almeno 5mila euro.
Queste sono le linee generale ma si resta comunque in attesa del decreti attuativi e dei chierimenti da parte dell’Insp come nei casi di persone che hanno più contratti. Siccome si tratta di un versamento che avviene una sola volta, quale datore dovrà farsi carico?
Al momento ciò che è certo è che i collaboratori domestici, come preve il comma 8 dell’articolo 32, possono fare domanda presso i Centri di Assistenza Fiscale.