Un lavoratore in nero, ossia senza regolare contratto, può attivare una vertenza sindacale? Tutto quello che dice la legge sul punto.
Il lavoro nero, purtroppo, è una piaga che il nostro Paese patisce può dirsi da sempre. Il fenomeno coinvolge tutti coloro i quali non vengono contrattualizzati e che per tale ragione non possono usufruire dei vantaggi e le tutele connessi al lavoro dipendente. Proprio sul punto, ci si chiede quindi se un lavoratore in nero possa attivare una vertenza sindacale, ossia quello strumento che serve a salvaguardare i suoi diritti nel caso in cui il datore ponga in essere dei comportamenti lesivi.
Lavoro in nero, attivare una vertenza sindacale: tutto quello che c’è da sapere
La lotta al lavoro in nero è diventata un cardine della politica italiana, aiutata oggi dal Portale nazionale del lavoro sommerso che viene controllato dall’Ispettorato del lavoro.
Uno strumento a mezzo del quale si potrà sapere con esattezza quali imprese non regolarizzano i propri dipendenti e di conseguenza porre in essere tutte le misure necessarie a contrastare il drammatico fenomeno.
Ciò premesso, è bene sapere che ogni lavoratore ha la facoltà di far valere i propri diritti anche se in nero. Ivi compresa, quindi, la possibilità di aprire una vertenza sindacale nei confronti del suo datore di lavoro. Tuttavia, in tali casi, esiste un preciso percorso da seguire.
Il lavoratore in questione, riporta Money.it, dovrà rivolgersi all’Ispettorato del lavoro o in alternativa alla Guardia di Finanza. Questi organi apriranno un’indagine e qualora dovesse emergere effettivamente l’illecito apriranno un procedimento nei confronti del datore di lavoro. C’è però un’altra strada percorribile, quella del sindacato.
Saranno gli uffici di quest’ultimo a contattare l’impresa ed avviare le verifiche del caso. In primis si proverà ad avviare un procedimento di conciliazione che vedrà coinvolti l’Inps, l’Inail e l’Ispettorato del lavoro. Nel caso in cui si addivenisse ad un accordo, il lavoratore dovrà essere messo in regola. Se invece le parti non trovassero un punto di incontro, allora la strada da percorrere sarà quella giudiziaria, adendo il giudice del lavoro. In tale ultimo caso potrà essere lo stesso sindacato a proporre un legale in convenzione con i propri uffici.
Se venisse accertato l’illecito, per il datore di lavoro si aprirebbe la strada delle sanzioni, decine di migliaia di euro e possibile sospensione dell’attività.