La Coop si prepara a cambiare faccia. Già a novembre è stato anticipato ciò che succederà da ora ai prossimi mesi
I clienti abituali della Coop noteranno nei prossimi mesi come i punti vendita saranno modificati. Può essere definita una vera e propria rivoluzione quella che sta per avvenire. Sugli scaffali cambierà tanto perché nei prossimi due anni saranno immessi nel mercato molti prodotti a marchio, ossia che hanno il logo della stessa Coop.
Ciò significa che ne ce saranno di meno di altri marchi perché la particolarità non è che si allargheranno gli spazi che dovrebbero restare più o meno gli stessi. I prodotti Coop prenderanno il posto delle altre marche.
I supermercati ci sono in 18 regioni italiane su 20 per un totale di 1.100 supermercato. Il grande cambiamento dovrebbe riguardare ben il 50% di essi. Una strategia aziendale che dovrebbe portare – almeno secondo le previsioni più ottimistiche – a raddoppiare il capitale in 4 anni e raggiungere i 6 miliardi di euro.
Si sfrutterà l’inizio della nuova stagione per riempire i punti vendita dei nuovi prodotti. Si comincerà con gli alimenti della colazione, poi con l’arrivo dell’estate le bevande fresche – periodo in cui ovviamente si registra una maggiore vendita – e successivamente pasta, primi in generale e condimenti.
Secondo ilfattoalimentare.it ci saranno 57 varianti di caffè mentre per lo yogurt sono ppreviste oltre cento. In realtà già a novembre scorso i più attenti e frequenti clienti avranno notato che sugli scaffali sono arrivati nuove linee di pomodori e derigati.
I motivi della scelta probabilmente sono da ricercare nella crisi con il carovita che attanaglia sempre più famiglie che si stanno riversando nei discount dove ci sono prodotti a prezzi più bassi. Tale strategia dovrebbe permettere proprio un risparmio e consentire alle famiglie di avere una scelta più vasta.
Ricordiamo che prodotti che costano di meno non significa automaticamente qualità più bassa. Nei discount troviamo marche che investono meno in pubblicità (e per questo meno note) e dunque possono permettersi di vendere il prodotto finale di meno rispetto ai marchi più noti che hanno più spese.