Drastica decisione del Ministero della Salute relativamente ad uno dei prodotti più amati dai consumatori italiani: il salame cacciatore. Ecco cosa è successo e quali sono le conseguenze pratiche.
Il Ministero guidato da Roberto Speranza costretto ad intervenire, ancora una volta, in tutela dei consumatori italiani. Questa volta, a fare le spese dei controlli messi in atto dal Ministero della Salute, è uno dei prodotti più amati dai consumatori italiani, il Salame Cacciatore.
Il salame Cacciatore, noto anche come salamino italiano, è uno dei prodotti principali della salumeria nazionale. Esso è il frutto di un preparato di carne, rigorosamente DOP, acronimo di Denominazione di origine protetta e contenente, almeno, un 20% di proteine nobili.
Il Dop, ricordiamo, è il marchio, concesso dall’Unione Europea, per tutelare giuridicamente e come filiera agroalimentare, le caratteristiche organolettiche di un determinato prodotto.
Prodotto che pertanto al termine dalla lavorazione deve rispondere a determinate caratteristiche di qualità e territorialità. Due i marchi DOP concessi al salame Cacciatore, il Salame Cacciatore DOP ed i Salamini italiani alla cacciatora DOP.
Dal che si evince che esistono essenzialmente due tipologie di prodotto, il Cacciatore classico ed il Cacciatorino. La differenza è insita nelle dimensioni del prodotto. Il loro nome deriva dal fatto che, in antichità, era il tipico pasto del cacciatore.
L’azione del Ministero della Salute per la tutela del prodotto di salumeria si è rivolta, in questo caso specifico, nei confronti del prodotto della ditta Villani Spa codice IT-41051 di Castelnuovo Rangone centro di 15.000 abitanti in Provincia di Modena.
Dopo attente analisi di laboratorio all’interno di un prodotto della ditta modenese sono stati individuate della dissonanze rispetto ai requisiti alimentari richiesti. In particolare nel lotto del prodotto “Salame Cacciatore 170 g circa” L 240222 – 26/01/22 con scadenza 15/07/2022 sono stati rilevati batteri di salmonella e listeria
E’ arrivata immediata la comunicazione, attraverso il sito ufficiale del Ministero della Salute, del ritiro dal commercio del prodotto analizzato. Nettissima l’indicazione operativa: “Non consumatelo”. Da registrare inoltre, le indicazioni puntuali, sempre del Ministero della Salute, sui rischi connessi al consumo del prodotto.
Rischi che lo stesso Dicastero definisce di alto livello e che vanno dal rischio di contrarre la salmonellosi ad infezioni alimentari gravi. Attenzione, pertanto, ai sintomi connessi che vanno dal vomito alla febbre alta passando per la diarrea. In caso di esordio di tali sintomi dopo aver consumato il prodotto ritirato è necessario contattare il prima possibile il medico di famiglia.
Per i consumatori che hanno acquistato, ma non ancora consumato, il prodotto il consiglio è quello di rivolgersi al Centro di assistenza clienti del punto vendita, di riconsegnare il prodotto avariato e di chiedere il relativo rimborso.