Isee falsi, le verifiche possono avvenire entro un certo periodo ma può costare caro dichiarare il falso: quali sono le conseguenze
Per molto tempo l’Isee (Indicatore della Situazione Economica Equivalente), documento indispensabile per avere accesso a numerose prestazioni assistenziali (come ad esempio l’Assegno Unico e Universale), è stato utilizzato in modo improprio.
Quando era solo un’autocertificazione, infatti, tante persone hanno realizzato delle vere e proprie truffe dichiarando il falso. Da qualche anno il problema è stato ridimensionato, ma comunque non risolto del tutto. C’è infatti la versione precompilata e in base alla parte realizzata dal contribuente può emergere una difformità con il patrimonio risultante.
Prima del precompilato i controlli avvenivano a campione ed era più “facile” sfuggire al controllo del fisco. Ora invece le verifiche sono più strette e, al contrario, è più difficile farla franca.
È naturale dunque domandarsi entro quanto tempo possono avvenire i controlli sull’Isee? E se si scopre una truffa, cosa si rischia?
Chi si macchia del reato di falsificazione dell’Isee, oltre a perdere ovviamente i benefici fiscali ricevuti in base all’Indicatore (non sono mancati ad esempio i casi di percettori del Reddito di Cittadinanza), bisogna anche restituire le somme sottratte e si riceve una denuncia penale.
Scoprire che qualcosa non va dunque non richiede poco tempo ma quando una truffa viene accertata è difficile poi cavarsela.
Ad effettuare i controlli sull’Isee è l’Agenzia delle Entrate attraverso la Guardia di Finanza. Nello specifico l’ufficio territoriale delle imposte che effettua dei controlli automatici utilizzando un software che si collega alle banche dati dell’Anagrafe tributaria, l’Anagrafe dei conti correnti, i registri immobiliari, il Pra, il Pubblico Registro Automobilistico. In caso di anomalie, la prima istituzione ad essere informata sarà l’Inps.
I controlli possono partire anche direttamente da quest’ultima così come da enti locali come il Comune o la Regione, istituzioni che forniscono agevolazioni proprio in base all’Isee.
I controlli avvengono in due modi, uno formale e l’altro sostanziale. Il primo serve a verificare la rispondenza delle autocertificazioni che il richiedente ha rilasciato, il secondo entra più nel dettaglio della situazione economica del nucleo familiare del dichiarante, qual è la disponibilità reale oltre quella dichiarata al fisco.
Il secondo controllo viene effettuato solo dalla Guardia di Finanza in modo più selettivo e sempre dopo che il servizio richiesto è stato erogato.
Nel caso si rischia una denuncia per il reato di truffa ai danni dell’Inps con conseguente processo penale e in caso di condanna una reclusione da sei mesi a tre anni in aggiunta a una multa da 51 euro a 1.032 euro.
Per quanto riguarda i tempi, i controlli si possono fare entro 5 anni a partire dal 31 dicembre dell’anno in cui la Dsu (la Dchiarazione Sostitutiva Unica. il documento indispensabile per avere l’Isee) è stata presentata. È però di 7 anni termine massimo per accusare un cittadino di denuncia all’Inps.