Assegno Unico per i frontalieri: quali sono le problematiche

Assegno Unico, per i frontalieri che ogni giorno vanno a lavorare in Svizzera le norme non sono ancora chiare

Assegno Unico
Confine Italia-Svizzera (foto Facebook)

Sono tantissimi i cosiddetti frontalieri, cittadini italiani nel nostro paese residenti che ogni giorno percorrono anche soli pochi chilometri per andare a lavoro in Svizzera. Una situazione che da anni riguarda i residenti delle province più a Nord e che confinano con il paese elvetico.

Per loro l’Assegno Unico è diventato un caso. Alessandro Alfieri, senatore del Partito Democratico, ha fatto un’interrogazione a Ministro del Lavoro. Come risposta il governo ha detto che si provvederà a semplificare la domanda per l’Assegno Unico.

Ma perché la misura che tanto piace agli italiani è diventato un problema per i frontalieri? Per la Svizzera l’Assegno Unico è un assegno familire e dunque scalabile dall’assegno familiare svizzero. Verbanonews riporta la segnalazione di un lettore secondo il quale l’Assegno Unico invece deve essere considerato come una prestazione assistenziale e di conseguenza non andrebbe scalata. Nella nuova formula introdotta quest’anno in Italia, infatti, sono stati assorbiti tanti altri assegni prima previsti, per tale motivo si chiama unico.

Assegno Unico, quale sarebbe l’incompatibilità per chi va a lavorare in Svizzera

A chiedere chiarezza sull’argomento già da tempo sono stati i sindacati dei frontalieri del Piemonte con Cgil, Cisl e Uil che avevano firmato un unico documento.

La presunta incompatibilità tra l’Assegno unico per i figli a carico fino ai 21 anni di età e l’Assegno famigliare, ha avuto come conseguenza che l’Inps non desse pù informazioni in merito alle prestazioni familiari “negli stati membri impedendo per questa via l’erogazione delle compensazioni degli istituti esteri”.

Il punto centrale della questione è che l’Assegno Unico è di  carattere assistenziale relativo alla residenza del richiedente, il secondo invece è di carattere previdenziale connesso al rapporto di lavoro. Una situazione che va risolta, dicono i sindacati, perché da due mesi i lavoratori non stanno percependo l’Assegno.

Ricordiamo infatti che a marzo sono partiti i primi pagamenti per chi ha fatto domanda tra gennaio e febbraio scorso. Chi presenterà istanza entro il 30 giugno avrà diritto anche agli arrestrati da marzo, chi lo fa dal 1 luglio, non sarà previsto nulla antecedente a quella data.

Proprio in questi giorni è arrivata una propoposta informale dal segretario del Partito Democratico Enrico Letta: secondo l’ex premier bisogna rivedere il sistema dell’Isee per beneficiare dell’Assegno. L’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, ha detto, va migliorato.

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