Fatture elettroniche: al via l’obbligo per i regimi forfettari il 1 luglio 2022, ma non per tutti
La fattura elettronica è stata introdotta in Italia dalla Legge Finanziaria 2008, ma la sua attuazione è avvenuta solo nel 2015 per la Pubblica Amministrazione. Dal 2019 tale obbligo è stato esteso ai privati, limitatamente ai professionisti ed aziende private escludendo alcuni operatori. A dicembre 2021 il Consiglio dell’Unione Europea ha approvato la proposta italiana di derogare gli articoli 218 e 232 della direttiva IVA in modo tale da imporre la fatturazione elettronica sino al 2024 e contemporaneamente estenderla ai contribuenti forfettari.
La successiva pubblicazione in Gazzetta ufficiale comunitaria ha dato il via alla macchina legislativa italiana al fine di recepire la nuova disposizione in materia. Si è arrivati ora alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale n 100 il 30 aprile 2022 del decreto Pnrr che ha di fatto fissato l’entrata in vigore dell’obbligo di fatturazione elettronica per i forfettari a partire dal 1 luglio 2022. Esonerate momentaneamente fino al 31 dicembre 2023 le partite Iva con ricavi e compensi nell’anno di imposta precedente fino a 25 mila euro annui.
Esoneri fatturazione elettronica: il punto di vista dei tributaristi
In deroga alla nuova normativa alcuni soggetti potranno continuare ad emettere fatture cartacee sino al 31 dicembre 2023. Saranno esentate nello specifico le partite Iva, non necessariamente in regime forfettario, con ricavi e compensi annui che non superino i 25 mila euro. Restano fuori dall’obbligo anche le ASD e i piccoli produttori agricoli.
Sull’argomento si sono espressi i tributaristi che pur riconoscendo la validità della norma ai fini del contrasto all’evasione fiscale e per ridurre i costi amministrativi delle imprese, ne criticano principalmente le tempistiche di attuazione. Il primo punto criticato è proprio l’adozione del sistema di fatturazione elettronica a metà dell’anno genera complicazioni dovute alla modalità mista di produzione di documenti in parte cartacei e in parte elettronici che non può che portare una certa confusione.
L’Istituto Nazionale Tributaristi critico anche sul fronte sanzioni solo per alcuni che dal loro punto di vista attua discriminazioni tra i soggetti. La proposta di emendamento inviata alla Commissione Affari Costituzionali e Istruzione Pubblica, Beni Culturali, si concentra sulla modifica del comma 3 relativo alla gestione dell’obbligo di fatturazione elettronica per i contribuenti in regime agevolato. Le critiche sono dunque principalmente rivolte alle differenziazioni tra i soggetti in base ai ricavi annui. Il concetto è di prevedere un semestre senza sanzioni e senza esclusioni inevitabilmente discriminatorie che conceda a tutti i contribuenti coinvolti il tempo necessario agli adeguamenti previsti in tranquillità, senza la spada di Damocle delle sanzioni.
La confusione implicherà un aggravio lavorativo per gli intermediari interessati tutti dal cambiamento normativo, mentre lo slittamento delle sanzioni potrà concedere ai commercialisti la possibilità di gestire il passaggio senza impantanarsi nell’inevitabile ingorgo che si produrrebbe a giugno.