Incentivi a lavoro che possono arrivare anche a 5mila euro: il passaparola come via privilegiata per trovare lavoratori specializzati
Agenzie interinali, invio CV, colloqui e selezioni: tutto ciò solo in parte. Molte aziende preferiscono dare opportunità lavorative attraverso altre vie, più dirette e “confidenziali”. Non al primo che capita ovviamente perché c’è sempre bisogno di dimostrare di avere le capacità.
Il passaparola resta uno dei modi più vecchi quanto efficienti – pare – per trovare lavoro. Alcune aziende chiedono ai propri dipendenti di darsi da fare e presentare alcune persone che abbiano deteminate qualità: ovviamente non è un favore perché in cambio il dipendente riceve un incentivo.
È il caso ad esempio della AR di Adelio Ratti, una piccola azienda artigiana nella provincia Bergamasca che da trent’anni si occupa di meccaniche di precisione: taglio di materiali, tornitura e fresatura. Non è facile trovare un operaio specializzato in grado di svolgere un lavoro del genere.
Anzi, è così difficile che l’azienda ha affisso un avviso dove si chiede al personale di “segnalare eventuali conoscenze” di persone che potrebbero svolgere questo tipo di lavoro. Se la segnalazione va a buon fine, c’è l’assunzione con l’impiego di almeno sei mesi, a chi ha fatto il nome del nuovo operaio viene riconosciuto un bonus di 1.000 euro.
Incentivi a lavoro per i dipendenti, bonus per ogni step
Sempre in provincia di Bergamo c’è un’altra azienda metalmeccanica, la Clay Paky, filiale italiana della tedesca Osram che lavoro nella produzione di fari professionali per grandi eventi di sport e spettacolo. In questo caso è stato pubblicato un “tariffario” ben preciso per i dipendenti.
Una cifra che viene elargita solo per la segnalazione, poi c’è una maggiorazione se avviene l’assunzione, altri soldi se il rapporto lavorativo viene poi confermato dopo alcuni mesi e si può arrivare a una ricompensa totale di 5mila euro.
Una politica che può piacere tanto ai dipendenti e ai loro conoscenti che hanno l’opportunità di entrare in una grande azienda, è ma è un bene per il sistema paese?
Repubblica.it riporta le parole di Roberto Benaglia, segretario della Fim Cisl che sostiene come sia sempre un fatto positivo coinvolgere i dipendenti ma allo stesso momento viene sancito “il funerale delle politiche attive pubbliche”.