Continuano le truffe online. Anche sui social c’è chi prova a trarre in inganno gli utenti con finti post per mettere in vendita roba usata, di cui disfarsi. Andiamo a scoprire nel dettaglio di cosa stiamo parlando.
A Bari è successa una cosa che ha dell’incredibile. Al mondo d’oggi, le truffe sono all’ordine del giorno. Ce ne sono parecchi in giro di malintenzionati che cercano di inventare sempre nuove modalità per trarre in inganno le persone. Soprattutto online, questa piaga sta diventando sempre più comune. Ma bando alle chiacchiere, andiamo a scoprire nel dettaglio cosa è successo a Bari.
Nel capoluogo pugliese è successo un fatto davvero curioso. Tutto ha avuto inizio con un post Facebook di vendita che ha portato addirittura all’intervento dell’Interpol.
Quello che sembrava un innocuo post su Facebook, in realtà era un tentativo di truffa. Più precisamente, quel post era stato messo da qualche malintenzionato che aveva studiato le modalità da tempo.
Alcuni utenti fingono di inserire sui social network dei post per mettere in vendita degli oggetti usati di cui ci si vuole disfare. Stavolta, però, c’è chi ha saputo riconoscere subito l’inganno.
È il caso di Franco, residente a Bari, che ha raccontato l’episodio per mettere in guardia chi, come lui, ama passare il suo tempo sui social.
Nel post in questione il malintenzionato aveva messo in vendita un tavolo con sei sedie. Fino a qui, nulla di strano se non fosse che nella chat Franco ha cominciato a parlare con un certo Jorge che gli ha detto di avere origini francesi.
I due cominciano a contrattare quando, nella casella di posta elettronica di Franco, arriva un avviso di avvenuto bonifico di importo pari a 550 euro (190 in più di quanto è stato concordato). Jorge la definisce una spesa per il controllo fiscale, necessaria perché Franco potesse entrare in possesso del valore dei mobili.
La somma in questione Franco non l’ha accreditata, facendo perdere la pazienza al venditore che comincia a minacciare.
Addirittura il giorno dopo, nella casella di posta di Franco, arriva una mail con oggetto “Procedura giudiziaria”. E’ stato chiaramente il sedicente venditore a spacciarsi per l’Interpol minacciando una penalità di ben 20 mila euro.