Rolex, dopo oltre un secolo e mezzo chiude il negozio per è stato gestito da cinque diverse generazioni: dispiacere in città
Chiude una gioielleria tra le più vecchie d’Italia perché quando aprì, 162 anni fa, era prossima la proclamazione del Regno unitario. Era infatti il 1860, un anno prima dell’Unità d’Italia, quando Luigi Bissacco aprì il negozio a Castelfranco Veneto, in provincia di Treviso.
Un luogo che era diventato un punto di riferimento per gli appassionati, gli elegantissimi portici di corso XXIX aprile. Ora dopo cinque generazioni e 56 anni di rivendita autorizzata Rolex, un cartello annuncia la fine dell’attività.
Valeria è stata l’ultima della famiglia a gestire in tutto insieme ai suoi collaboratori dopo che per vent’anni ha affiancato il padre Carlo che a sua volta l’aveva ereditata dal genitore Gino. Di padre in figlio, come si suol dire, in generazione in generazione, da laboratorio orafo l’attività nel corso del secolo e mezzo si è trasformata in un ambiente ben diverso rispetto all’origine tra le mura medioevali e la statua di Giorgione. Chi conosceva e voleva infomazioni sulla compravendita di pietre preziose e pregiatissimi orologi, sapeva dove andare.
È poi diventato un rivenditore autorizzato Rolex, titolo non facile da ottenere. Ma i diplomi Igi di Anversa, Cisgem di Milano e i continui aggiornamenti presso le sedi Rolex di Milano e in Svizzera a Ginevra nei propri collaboratori, hanno fatto in modo che l’azienda crescesse sempre di più, fino alla triste chiusura.
Rolex, chiude la gioielleria Bissacco: ignoti i motivi
Come detto tocca a Valeria, 64enne, far calare il sipario per dedicarsi alla pittura e alla fotografia, le sue grandi passioni, riporta ilgazzettino.it. Si è formata nell’arte e per l’arte con il diploma all’Accademia di Venezia.
Oltre alla gloriosa storia resta il grande dispiacere per i clienti e gli abitanti del posto, cresciuti conoscendo bene quell’insegna. Per tutto aprile gli orari di apertura erano solo su appuntamento, una chiusura quindi annunciata, lenta, fino al cartello che lo conferma. Ma i motivi? Al momento dalla famiglia bocche cucite. Crisi del settore? Problemi personali? Le cause sono al momento racchiuse nella sacrosante riservatezza che gli storici titolari vogliono mantenere. Ma storia era anche il loro lavoro e sono leggitime le domande dei cittadini, dispiaciuto per quanto letto all’esterno del negozio.