Decreto aiuti approvato dal Consiglio dei Ministri, le misure per chi non supera alcune soglie Isee: in cosa consistono e come fare domanda
Già prima della pandemia esistevano tante norme a sostegno delle famiglie indigenti e agevolazioni per chi ha un Isee basso. Da quando il Covid ha invaso le nostre vite, i bonus sono aumentati a dismisura a beneficio non solo dei redditi che non sono alti ma anche per alcuni settori specifici.
La guerra della Russia all’Ucraina ha peggiorato la situazione facendo impennare i prezzi energetici e dunque delle materie prime, causando l’inflazione. Per tale motivi si rendono necessari altri provvedimenti del governo come l’ultimo approvato dal Consiglio dei Ministri, il cosiddetto Decreto aiuti, uno dei tanti dopo quelli denominati Ristori e Sostegni.
Come ieri ha annunciato il capo del governo Mario Draghi al termine del CdM in conferenza stampa, è prevista una tantum di 200 euro per i redditi che sono inferiori ai 35 mila euro. È sicuramente la misura più importante visto che tocca 28 milioni di cittadini.
Decreto aiuti, prorogato il taglio alle accise
Il Decreto aiuti porta anche altre novità. Si allarga il numero delle persone che possono beneficiare dello sconto in bolletta.
Fondamentale anche a questione che riguarda il caro carburante. Proprio oggi, 3 maggio, scade il taglio delle accise che ha fatto calare di 30 centesimi il prezzo ai distributori. Con il nuovo decreto l’intervento è prorogato fino all’8 luglio prorogare il taglio delle accise (di circa 30 centesimi al litro) sui carburanti fino all’8 luglio.
Per le imprese energivore e gasivore è stato rinnovato il credito d’imposta contro il caro energia. Per le aziende che hanno rapporti con la Russia e che hanno visto i propri affari subire un duro colpo, sono stati allungati i fondi di garanzia della liquidità, grazie al temporary framework, ossia la deroga agli aiuti di Stato approvata dall’Unione Europea.
Draghi ha spiegato in conferenza stampa che l’inflazione è dovuta all’aumento dei prezzi dell’energia e quindi c’è bisogno di interventi straordinari. Per fronteggiare il caro materie prime è scattata la revisione dei prezzari da parte delle Regioni per i lavori pubblici. Stanziati inoltre 3 miliardi come rimedio contro l’aumento dei prezzi dei materiali di costruzione.