Dal 1 Maggio 2022 al 31 Marzo 2023 gli edifici pubblici dovranno sottostare a tutta una serie di nuove e stringenti regole per quanto concerne i consumi e la temperatura. Il motivo dell’intervento del Governo ed i dettagli operativi.
L’attuale congiuntura economica è segnata da una grave crisi economica, non ciclica ed aggiungiamo non banale, nata dall’esordio della pandemia del coronavirus covid-19 ed aggravata dalla scoppio della guerra tra la Russia e l’Ucraina.
Una crisi economica che, nella fase attuale, ha come tratto distintivo quello dell’aumento incontrollato e incontrollabile dei prezzi delle materie prime. In particolare di quelle legate alla produzione dell’energia.
Basti pensare al clamoroso shock legato alla fiammata dei prezzi delle benzine alla pompa a cavallo tra febbraio e marzo ed all’importante aumento del costo delle bollette di luce e gas per i consumatori finali.
Tutti fattori che hanno obbligato il Governo presieduto da Mario Draghi ad una serie di interventi volti a limitare i danni della situazione. Il principale intervento, in tal senso, è il cosiddetto Decreto Bollette.
Parliamo nello specifico del Decreto Legge numero 17 del 2022 varato in via definitiva 21 aprile ed operativo da domenica 1 maggio. Ecco di cosa si tratta e quali sono i principali interventi che l’atto prevede.
Temperatura negli Edifici Pubblici, eccezioni ed esclusioni
Il decreto legifera, e pertanto rende obbligatorio, che dal 1 maggio 2022 al al 31 marzo 2023 i riscaldamenti ed i condizionatori degli edifici pubblici non potranno superare o scendere determinate temperature.
Nel detteglio i condizionatori attivi in estate non non potranno avere una temperatura inferiore ai 27 gradi centigradi. Nel Decreto il margine di tolleranza indicato è di 2 gradi. Il minimo assoluto è quindi 25.
I termosifoni attivi in inverno, invece, non potranno salire oltre i 19 gradi centigradi. Anche nel caso dei riscaldamenti la tolleranza è di 2 gradi e quindi la temperatura massimo può salire a 21 gradi.
L’obiettivo del Decreto è quello di limitare i consumi e rendere progressivamente sempre meno necessario l’apporto del gas proveniente dalla Russia di Putin. Ci sono ovviamente una serie di edifici pubblici che sono soggetti ad eccezione e che pertanto vengono esclusi dal dettato del Decreto.
Nello specifico parliamo di tutti gli edifici privati, il provvedimento non riguarda le case per le quali valgono i limiti fissati nel Decreto Energia del 2013, le case di cura, le cliniche, gli ospedali e tutte le strutture protette.
Da segnalare, infine, che i singoli comuni possono concedere deroghe per le Ambasciate, le sedi di organizzazioni internazionali, le piscine e le saune. L’intervento complessivo del Decreto Bollette riguarda circa 13.600 edifici pubblici per una superfice di poco più di 28 milioni di metri quadrati. Il risparmio previsto supera i 500 milioni di euro.