L’auto elettrica è in rapida diffusione e con essa lo sviluppo di tecnologie atte ad utilizzarne i benefici anche quando è ferma, la principale è la cosiddetta ricarica bidirezionale. Come funziona, i vantaggi e gli svantaggi del suo utilizzo.
L’auto elettrica è una della grandi scommesse del futuro del pianeta. Una scommessa per transitare, davvero, a consumi energetici diversi da quelli attuali. Slegati dalla produzione di combustibili fossili ed, in alternativa, orientati a produzioni più pulite.
L’automobile elettrica, ricordiamo, si basa su una tecnologia composta da un motore capace di utilizzare, come fonte primaria, l’energia chimica che viene, a sua volta, accumulata sotto forma di elettricità
Ad oggi, nel mondo, circolano due milioni di auto elettriche su un totale di un miliardo. Dato del 2021. Lo 0,2 % del numero complessivo. In Italia, dato del gennaio 2022, le auto elettriche immatricolate sono 127.789 su un totale di 37 milioni di veicoli. Lo 0,34% del totale una percentuale quasi il doppio della media mondiale
Un dato che fa riflettere e che fa ben sperare su come e quando in Italia si possa approdare ad una transizione ecologica completa. E a tal proposito assume un valore di grande interesse uno studio comparso sulla popolare rivista Wired edizione United Kingdom.
Nell’articolo che andremo ad analizzare viene trattato, con dovizia di particolare, il concetto di utilizzo completo delle auto elettriche. Di cosa si tratta? Si tratta di utilizzare l’energia immagazzinata, e pagata, per la ricarica di un auto elettrica quando l’auto è ferma.
Il concetto è quasi banale. Le auto vengono utilizzate per spostarsi da casa verso il luogo di lavoro, verso i luoghi di divertimento e per portare i figli a scuola e fare sport. Il 95% degli movimenti è questo.
Ma cosa fanno le auto elettriche quando sono ferme? Accumulano e trattengono energia solare, energia che, utilizzando una carica bidirezionale, può essere immesse nel circolo energetico come fosse una batteria. La tecnologia per farlo esiste e già lo consente.
Due le modalità per “scaricare” l’energia accumulata e non utilizzata dalle auto elettriche. La V2H, acronimo di vehicle-to-home che prevede un meccanismo per cui l’energia solare immagazzinata dall’auto durante il giorno giorno viene stipata in una batteria ed utilizzata per alimentare gli elettrodomestici di casa.
La V2G vehicle-to-grid che permette di rivendere, come si fa con i pannelli solari di casa, l’energia accumulata ad un prezzo più basso di quello corrente. Alcuni numeri per meglio spiegare il concetto. L’ Imperial College di Londra ha stimato che un utilizzo massiccio del V2G farebbe risparmiare al solo Regno Unito 3,5 miliardi di sterline ogni anno.
Vista cosi sembra davvero la panacea di tutti i mali. Ma ci sono due contro sostanziali. Il costo, altissimo, della produzione e dell’installazione di un caricabatterie bidirezionale ed il fatto che l’attuale, esiguo, numero di auto elettriche circolanti rende al momento anti economico il meccanismo. Ma in futuro con costi inferiori e più auto in giro la situazione potrebbe cambiare radicalmente.