Caso Conad di Pescara, audio della direttirce contro la dipendente con le mestruazioni: la direzione ha deciso
Arrivano provvedimenti per la direttrice del punto vendita Conad di Pescara. Ieri aveva destato scalpore il fatto denunciato dal sindacato Filcams Cgil. Una dipendente era andata in bagno e aveva lasciato l’assorbente usato fuori dal cestino della raccolta rifiuti.
La responsabile del punto vendita si era così scagliata contro la donna, la cui idendità le era ignota. In un audio inviato via Whatsapp aveva usato toni duri, dicendo alla diretta interessata che le avrebbe abbassato lei l’intimo una volta scoperta.
Il fatto risale a qualche settimana fa e quando l’audio è arrivato nella disponibilità del sindacato è stata fatta denuncia, sostenendo che la frase fosse una vera e propria violenza verbale. La reazione della responsabile era giunta dopo che tutti i dipendenti si erano apposti alla richiesta di sapere di chi fosse l’assorbente.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>> Assorbente in bagno, rabbia titolare: “Fuori il nome di chi ha ciclo”
Caso Conad di Pescara, anche il direttovo ha ascoltato l’audio
L’audio è stato ascoltato anche dal direttivo della Conad che ha deciso di mettere alla porta la direttrice del punto vendita. “Voglio il nome e cognome di chi oggi ha il ciclo mestruale, ok? Sennò gli calo le mutande io”, è la frase incriminata secondo il sindacato e riportata dalla stampa.
Ma ci sarebbe stato di peggio. Secondo Davide Urbano, segretario Filcalms Cgil, la donna ha inoltrato l’elenco delle dodici dipendenti del punto vendita da lei gestito per eventuali contestazioni disciplinari e addirittura mancati rinnovi dei contratti a tempo determinato se non avessero fatto il nome della persone ‘incolpata’ di aver lasciato l’assorbente.
A intervenire è direttamente la Conad che tramite Fabio Caporizzi, il direttore delle relazioni esterne, spiega che è la prima volta che l’azienda si trova in una situazione del genere. Comportamenti, ha spiegato, che nella cooperativa non sono ammessi perché il rispetto di tutti i collaboratori e le collaboratrici è un “principio inderogabile”. L’espulsione dell’imprenditrice socia è stata una scelta presa senza alcun dubbio nell’incontro al vertice che c’è stato questa mattina.
La questione potrebbe non chiudersi definitivamente qui. Non è escluso infatti che l’intera vicenda possa diventare un caso giudiziario, sia da una parte (la dipendente e il sindacato grazie al quale è emerso il caso) che dall’altro con l’ormai ex responsabile del punto vendita di Pescara.